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Cronaca Castri di Lecce

Omicidio del falegname, le accuse di uno degli arrestati: “Fu lui a picchiarlo”

Nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri nei riguardi del 30enne di Corsano, emergono nuovi retroscena sul delitto avvenuto l’11 giugno del 2022, a Castri di Lecce. Oggi, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere

CASTRI DI LECCE - Il coinvolgimento di Emanuele Forte nell’omicidio del falegname era emerso dai colloqui tra gli altri indagati intercettati dai carabinieri durante le indagini, dai quali si evinceva il suo interesse affinché venisse venduta (anche a un prezzo inferiore al valore reale) l’auto, una Hyundai Tucson, utilizzata per raggiungere il luogo del delitto, per paura, secondo l’accusa, che il mezzo fosse stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, come di fatto avvenuto.

Ma i sospetti di investigatori e inquirenti hanno preso sostanza  solo dopo l’arresto dei presunti complici:  Angela Martella, 58 anni, originaria di Gagliano del Capo ma residente a Salve, proprietaria della vettura e l’unica con la quale la vittima aveva avuto contatti telefonici; Patrizia Piccinni, 48, originaria di Modugno (Bari) ma residente ad Alessano, e Antonio Esposito, 39, originario di Tricase ma residente a Corsano.

Durante l’interrogatorio di garanzia, solo la prima (assistita dall’avvocata Simona Reale) si era avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre gli altri due (difesi dagli avvocati David Alemanno e Luca Puce), avevano parlato confermando la presenza di Forte nel gruppo che la notte a cavallo tra il 10 e l’11 giugno del 2022, fece irruzione in casa del falegname, in via Roma, a Castri di Lecce, con l’intenzione di mettere a segno una rapina.

La partecipazione del 30enne di Corsano fino a quel momento non aveva trovato riscontri dai dati estratti dai tabulati telefonici: non aveva un cellulare con se quella sera e, in generale, avrebbe usato sporadicamente l’utenza della madre.

Esposito, però, aveva aggiunto dell’altro, durante il confronto con la giudice Laura Liguori. Aveva precisato che fu Forte a picchiare e imbavagliare la vittima con l’aiuto di Piccinni. Quest’ultima “ha ricostruito i fatti in maniera in parte diversa nel tentativo di sottrarsi o quantomeno di ridimensionare le sue responsabilità, ma ha, a sua volta, indicato senza esitazione Emanuele Forte come partecipe”, ha osservato la gip nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri nei suoi riguardi.

Nel nuovo provvedimento, la giudice ha fatto inoltre presente che durante la perquisizione svolta dai carabinieri di Lecce nella sua abitazione, lo scorso 14 ottobre, il giorno degli arresti dei presunti complici, era stato lo stesso  indagato  a dichiarare spontaneamente di essersi recato a Castri di Lecce, con gli altri tre a bordo della Hyundai Tucson di Martella, e di essere entrato con Esposito in un garage attiguo all’abitazione dalla quale veniva prelevata una motosega che fu poi riposta nella vettura.  

Questa mattina, però, Forte, assistito dall'avvocato Marco Costantino, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere dinanzi alla gip, per avere più tempo di visionare le accuse a suo carico, essendo arrestato ieri sera. Non è escluso quindi che già nei prossimi giorni possa chiedere di avere un confronto con la pm.

Articolo aggiornato alle ore 20.10 del 21 ottobre 2022 con i dettagli sull'interrogatorio del quarto arrestato.

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