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Cronaca Castri di Lecce

Omicidio del falegname, il momento del confronto: i tre arrestati dinanzi alla giudice

Resta top secret il contenuto degli interrogatori di garanzia che si sono tenuti questa mattina nei riguardi degli indagati finiti in carcere tre giorni fa per la morte di Donato Montinaro. Indagini in corso sull’eventuale coinvolgimento di un altro uomo

CASTRI DI LECCE - Si sono svolti questa mattina gli interrogatori di garanzia nei riguardi delle tre persone finite in carcere tre giorni fa perché ritenute responsabili dell’omicidio di Donato Montinaro, falegname in pensione di 76 anni, avvenuto la notte a cavallo tra il 10 e l’11 giugno del 2022, nella sua abitazione, in via Roma, a Castri di Lecce.

Si tratta di Angela Martella, 58 anni, originaria di Gagliano del Capo ma residente a Salve, Patrizia Piccinni, 48, originaria di Modugno (Bari) ma residente ad Alessano, e Antonio Esposito, 39, originario di Tricase ma residente a Corsano. Assistiti dai loro avvocati (Simona Reale per la prima, David Alemanno per la seconda e Luca Puce per il terzo) si sono presentati dinanzi alla giudice Laura Liguori, firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare. Ma sul lungo confronto, al quale ha partecipato la sostituta procuratrice Maria Consolata Moschettivi, vige il più assoluto riserbo.

Nessuna informazione è trapelata nel palazzo di giustizia in considerazione del fatto che le indagini sono ancora aperte. Gli inquirenti dovranno trovare ulteriori riscontri riguardo il movente che, stando ai primi accertamenti è con ogni buona probabilità economico, ma soprattutto dovranno chiarire il ruolo di un altro uomo nella vicenda. Il suo nome è tirato in ballo dagli indagati, nei  loro colloqui telefonici e ambientali intercettati dai carabinieri, e al momento nei suoi riguardi è stato emesso solo un avviso di garanzia.

Interessanti novità potrebbero emergere nel giro di pochi giorni.

Stando a quanto finora reso noto nel provvedimento d’arresto Martella, l'unica persona che aveva avuto contatti con il malcapitato, essendo probabilmente al corrente della disponibilità di soldi posseduti da quest'ultimo – che si vantava pubblicamente dei beni custoditi in casa e che di recente aveva riscosso una polizza assicurativa di circa 68mila euro - avrebbe pianificato ed eseguito, con la complicità degli altri indagati, una rapina che poi sarebbe finita nel peggiore dei modi con la morte per asfissia dell'anziano.

In particolare, il gruppo dopo essersi introdotto in casa, avrebbe percosso, incappucciato e immobilizzato la vittima legandole mani e piedi, infine si sarebbe allontanato portando via oltre a una somma di denaro in contanti, non quantificata, anche una motosega.

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