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Cronaca Guagnano / Via Carlo Alberto Dalla Chiesa

Completamente ubriaco quando ha ucciso il figlio. E la lama s'è spezzata nella foga

In mattinata sono state rese note le analisi del sangue: il 70enne che ha brutalmente ammazzato il figlio aveva un tasso alcolemico pari a 1.80 grammi per litro. La lama del coltello usato s'è spaccata in due, dopo aver infierito

 

GUAGNANO – Enzo Caretto aveva un tasso alcolemico pari ad 1,80 grammi per litro, quando ha ammazzato a freddo il figlio, ieri notte, con una coltellata inferta con tale veemenza, che la lama s’è persino spezzata, entrando completamente nel costato del giovane. Giovanni, 32enne, era conosciuto in paese per essere una brava persona. Era molto legato alla madre e alla sorella, di cui assumeva le difese di fronte ad un padre divenuto sempre più intrattabile. E sembra che sia morto anche e soprattutto per difendere loro dall’accesso d’ira dell’uomo, pensionato 70enne.

Uno stadio d’ubriachezza del genere – riscontrato nel corso delle analisi che si sono svolte nella notte al “Vito Fazzi” di Lecce - si attesta ad un passo dallo stato di semicoscienza. Basti pensare, che, nella scala, un tasso alcolemico che va da 1,6 a 3, può provocare, come effetti, “stordimento, aggressività, stato depressivo con grave alterazione dello stato psicofisico, stato di inerzia generale, ipotermia e vomito”. Superata quella soglia, si possono anche avere allucinazioni, come possono persino subentrare il coma e la morte. Un livello di alcool particolarmente alto, dunque, se si raffrontano, a titolo di esempio, le tabelle usate dalle forze di polizia per valutare se un automobilista è alticcio, con il limite per la guida sicura che non può sorpassare i 0.50 grammi per litro. Non sembra, comunque, che il pensionato avesse assunto farmaci particolari che possano aver interagito con l’alcool.

E’ stata una tragedia annunciata, quella che ha sconvolto l’abitazione alla periferia di Guagnano, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa. Enzo Caretto era già stato segnalato dai carabinieri ai servizi sociali. Le liti, in casa, si sono susseguite con frequenza sempre maggiore, negli ultimi tempi. E ieri notte, l’uomo deve aver bevuto molto, a cena. Un fatto consueto: sembra che spesso alzasse il gomito, per poi arrivare ad inscenare liti con la moglie, donna indifesa, che ha una disabilità motoria.

CARETTO ENZO-2Giovanni, a quell’ora, si trovava nella sua stanza da letto. Ha ascoltato le urla dell’ennesimo scontro, sapeva che c’era anche la sorella maggiore, pure lei con problemi di salute, ed è uscito nel corridoio, secondo le ricostruzioni dei carabinieri, scontrandosi immediatamente con il padre, che impugnava il coltello da cucina, con lama di circa 15 centimetri. Il fendente, nel fianco destro, con tanta forza, premendo fino al manico, che la lama s’è spaccata in due. Un colpo brutale, che non ha lasciato scampo al giovane.  Poi, Enzo Caretto, ora in stato d’arresto per l’omicidio del figlio, è uscito verso l’esterno e lì l’hanno trovato i militari della pattuglia avvisata dalla moglie. Stava farneticando, in preda ad uno stato di esaltazione. Il pubblico ministero, Francesca Miglietta, disporrà a breve l’autopsia sul cadavere del 32enne. 

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