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Cronaca

Omicidio, le indagini conducono nella 167. Sospettato un 23enne

A distanza di quattro giorni dalla spietata esecuzione, non ha ancora un volto e un nome il killer di Valentino Spalluto. Secondo gli investigatori il killer potrebbe provenire dalla zona 167 e avrebbe ucciso per futili motivi

 

LECCE – A distanza di quattro giorni dalla spietata esecuzione, non ha ancora un volto e un nome il killer di Valentino Spalluto, il 20enne originario di Surbo assassinato giovedì pomeriggio in piazza Palio, mentre con alcuni operai era al lavoro per realizzare i ponteggi destinati a ospitare il palco per il concerto di Laura Pausini. Gli inquirenti, che mantengono il massimo riserbo sulle indagini, sembrano comunque avere un quadro abbastanza preciso del contesto in cui è avvenuta la spietata esecuzione del 20enne.

La pista che porta al killer, infatti, sembrerebbe condurre fino alla cosiddetta zona 167, quartiere popolare del capoluogo salentino. Dopo aver esploso i due colpi di pistola che hanno spezzato la vita di Spalluto, l’assassino si sarebbe diretto proprio in direzione del quartiere periferico. Gli investigatori, inoltre, sono sempre più convinti del fatto che l’omicidio sia scaturito al culmine di un violento litigio tra vittima e carnefice. Una circostanza confermata anche da alcuni testimoni, che avrebbero anche fornito una descrizione della fisionomia del killer.

Due elementi che hanno portato gli uomini della squadra mobile di Lecce a focalizzare le proprie attenzioni su due fratelli residenti proprio nella zona 167: Andrea e Alessandro Polimeno. I due sono stati arrestati domenica per aver violato gli arresti domiciliari e per detenzione di sostanze stupefacenti. I sospetti da parte degli investigatori si concentrerebbero, in particolare, sul più piccolo dei Polimeno, Andrea di 23 anni, anche se al momento nessun nome è ancora stato iscritto nel registro degli indagati.

Il 23enne è stato ascoltato per molte ore in questura, alla presenza del suo legale, l’avvocato Giovanni Cervo. La polizia, su disposizione del magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Carmen Ruggiero, ha sottoposto a sequestro lo Scarabeo (lo stesso modello di scooter con cui alcuni testimoni avrebbero visto allontanarsi l’assassino), il casco e alcuni vestiti di Andrea Polimeno, che ora saranno analizzati in laboratorio per verificare la presenza di tracce riconducibili all’omicidio. 

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