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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Lizzanello

Freddato a 21 anni con tre colpi di pistola, confermati tre ergastoli

La Corte d’Appello non ha concesso sconti ai tre uomini ritenuti responsabili dell’omicidio del 21enne di Lizzanello Gabriele Manca, avvenuto nel marzo del 1999. Oggi, la sentenza

LIZZANELLO - Confermati gli ergastoli inflitti in primo grado per i tre uomini ritenuti responsabili dell’omicidio del 21enne di Lizzanello Gabriele Manca, avvenuto nel marzo del 1999. Si tratta di Giuseppino Mero, 57enne di Cavallino, Omar Marchello, 43enne, e Pierpaolo Marchello, 44enne, entrambi di Lizzanello. La sentenza è stata emessa nelle scorse ore dalla Corte d’Assise d’appello, presieduta dal giudice Ettore Nesti, che ha dunque confermato il verdetto di primo grado, a eccezione dell’isolamento diurno.

Solo qualche giorno fa, la Corte di Cassazione aveva invece annullato (ma le ragioni non sono ancora note) i trent’anni di reclusione inflitti a Carmine Mazzotta, 49enne di Lecce, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, disponendo che nei suoi riguardi si celebrasse un nuovo processo d’appello.

Stando alle indagini, il giovane, il cui corpo fu rinvenuto giorni dopo il delitto (il 5 aprile) vicino a un muretto a secco, tra Lizzanello e la frazione di Merine, fu freddato con tre colpi di pistola per contrasti legati allo spaccio di droga perché avrebbe svolto l’attività illecita senza dare conto a Omar Marchello, ritenuto referente della zona di Lizzanello; quest’ultimo avrebbe cercato di mettere in riga il ragazzo, punendolo con uno schiaffo, ma di risposta sarebbe stato ferito con un coltello; l’episodio fu denunciato dal 39enne che però passò per “infame” e che, secondo l’accusa, proprio per liberarsi di questa etichetta e “riabilitarsi” negli ambienti criminali avrebbe eliminato il rivale.

E’ questo il quadro ricostruito dagli inquirenti diciotto anni dopo il delitto, grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Alessandro Verardi e Alessandro Saponaro.

Una ricostruzione questa che Omar Marchello, ascoltato in videoconferenza durante il processo dalla località in cui è detenuto, aveva cercato di confutare in ogni modo. Prima della requisitoria dell’accusa, ha rilasciato dichiarazioni spontanee per ripercorrere tutto il suo curriculum criminale e cercare di convincere la Corte che non c’entra nulla con la morte di Manca.

Non appena saranno depositate le motivazioni (entro novanta giorni), gli avvocati Umberto Leo, Giancarlo Dei Lazzaretti, Fulvio Pedone e Germana Greco valuteranno il ricorso in Cassazione.

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