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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Matino

Omicidio Romano: assolto l'imputato, nei guai sua madre

L'assoluzione "per non aver commesso il fatto" di Gianluca Caputo, imputato per la morte di Giorgio Romano, 66enne di Matino, segna la svolta finale di un processo che ha spostato l'accusa nei confronti della madre del 22enne

 

LECCE – Più che di un colpo di scena si è trattato del passaggio finale di un lungo approfondimento dibattimentale. L’assoluzione “per non aver commesso il fatto” di Gianluca Caputo, imputato per la morte di Giorgio Romano, 66enne di Matino, segna la svolta finale di un processo che ha spostato l’accusa nei confronti della madre del 22enne. I giudici della Corte d'Assise di Lecce (presidente Roberto Tanisi), infatti, trasmetteranno (subito dopo il deposito delle motivazioni della sentenza) gli atti alla Procura, evidenziando le presunte responsabilità nei confronti della donna.

A causare la morte di Giorgio Romano, deceduto il 21 aprile del 2009 nell'ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove si trovava ricoverato da circa un mese in prognosi riservata, non è stato dunque Caputo, accusato di omicidio preterintenzionale per aver causato la morte del 66enne colpendolo con un pugno al culmine di una banale lite scoppiata per le vie del centro di Matino la sera del 20 marzo 2009. “Non sono stata io a ucciderlo, è stata mia madre. L'ha colpito alla testa con una scarpa”, aveva raccontato l’imputato dinanzi alla Corte, segnando una svolta nel processo. Parole che avrebbero trovato riscontro nelle deposizioni di tre testimoni a un brigadiere dell’Arma. I tre, sentiti in aula, hanno confermato il racconto del giovane, facendo emergere come realmente si sono svolti i tragici fatti di quella sera di primavera.

Tra il giovane e la vittima, secondo la ricostruzione operata dagli inquirenti, sarebbero volati degli insulti. "Sei un bastardo", avrebbe detto il 66enne all'imputato. Romano cascando avrebbe battuto la testa sul marciapiede. L'uomo, in un primo momento, si sarebbe rialzato senza accusare particolari postumi. Solo qualche vertigine, ma nulla più. I problemi fisici affiorarono il giorno dopo. Un forte dolore alla testa, conati di vomito, i sintomi che determinarono il ricovero prima presso l'ospedale di Casarano, poi, per l'aggravarsi delle condizioni al "Fazzi", dove morì.

Oggi, a distanza di tempo, dopo aver affrontato una lunga terapia che lentamente l’ha aiutato a superare alcuni disturbi e a cancellare un infanzia difficile vissuta in un contesto familiare molto disagiato, il 22enne ha trovato la forza di parlare e raccontare, in alcune dichiarazioni spontanee, la sua verità. Parole accusatorie nei confronti della madre, che hanno portato il presidente della Corte d'Assise, Roberto Tanisi, a riaprire l'istruttoria dibattimentale per verificare le dichiarazioni dell'imputato, ritenuto attendibile. Gli atti torneranno ora al pubblico ministero Paola Guglielmi, che iscriverà la madre di Romano nel registro degli indagati.

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