rotate-mobile
Cronaca Parabita

Omicidio Romano, nell'inchiesta spuntano altri indagati

Uno zio di Vincenzo De Salve, ora defunto, un cugino ed una zia potrebbero aver assistito l'omicida, reo confesso. E' quanto risulta dalle indagini suppletive del nucleo investigativo dei carabinieri

PARABITA - Spuntano i nomi di altri tre indagati per l'omicidio dell'imprenditore di Parabita, Giorgio Romano, ammazzato da cinque colpi di pistola la mattina del 13 settembre 2008 all'interno del suo capannone che si trovava nei pressi della via per Alezio. Ad impugnare quell'arma, una Steyer del 1911, fu il macellaio 57enne Vincenzo De Salve, reo confesso. Ma gli inquirenti sono sempre stati convinti che De Salve non abbia agito da solo, per questo il capo d'imputazione formulato nei suoi confronti è quello di concorso in omicidio. Ed a consolidare ancora di più quest'ipotesi arrivano ora le circa mille pagine di un'indagine suppletiva, che è stata depositata questa mattina in udienza dal pubblico ministero Giovanni De Palma.

Gli approfondimenti, che sono stati svolti dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale, dimostrerebbero come ad essere coinvolti nel piano omicida ci sarebbero altre tre persone, tutti parenti di De Salve. Si tratterebbe di uno zio, ormai deceduto, che avrebbe fatto da "telecamera" insieme ad un loro cugino, per sorvegliare la zona la mattina dell'omicidio, ed una zia, a casa della quale De Salve si sarebbe recato per cambiare i vestiti dopo aver sparato. A dirlo sono le dichiarazioni rese appena un mese addietro da un altro cugino di De Salve, che si trova all'estero. Si è arrivati a lui nel corso di una complessa attività d'indagine finalizzata all'individuazione dei correi. L'uomo ha dichiarato di essere a conoscenza del fatto che l'omicidio di Giorgio Romano sarebbe stato studiato a tavolino dallo stesso Vincenzo De Salve e dallo zio Giuseppe De Salve, detto "Pippinazza".

Ha riferito che quella mattina sarebbe stata ordita una vera e propria trappola in cui far cadere l'imprenditore. Nella vicenda, a suo dire, sarebbero coinvolti anche un loro cugino, il quale avrebbe avuto delle vecchie ruggini con l'imprenditore, risalenti agli anni ‘80, ed una zia, la quale gli avrebbe riferito che De Salve era andato da lei dopo l'omicidio a cambiarsi gli abiti, che sono stati poi distrutti o bruciati. Il gup Ines Casciaro, davanti alla quale si sta svolgendo il rito abbreviato, ha rinviato l'udienza al 5 marzo prossimo per poter visionare le risultanze dell'attività d'indagine. Gli avvocati di parte civile Vincenzo Venneri e Luigi Covella hanno chiesto dei termini a difesa. L'imputato è difeso dall'avvocato Elvia Belmonte.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Romano, nell'inchiesta spuntano altri indagati

LeccePrima è in caricamento