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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio Russo: condannato a 24 anni l'ex socio in affari

Condanna a 24 anni di reclusione, il massimo della pena per i reati contestati, per Raffaele Galgano, il 36enne di Squinzano, accusato dell'omicidio di Luigi Russo, l'assicuratore 27enne assassinato a Casalabate il 7 dicembre 2005

 

LECCE – Condanna a 24 anni di reclusione, il massimo della pena per i reati contestati (non è stata riconosciuta la premeditazione), per Raffaele Galgano, il 36enne di Squinzano, accusato dell’omicidio di Luigi Russo, l’assicuratore di 27 anni assassinato a Casalabate il 7 dicembre del 2005. E’ questo il verdetto dei giudici della Corte d’Assise di Lecce (presidente Roberto Tanisi).

Russo e Galgano erano soci della “R&G” un’agenzia che si occupava di pratiche automobilistiche. Ad armare la mano del presunto assassino, per il pubblico ministero Elsa Valeria Mignone, sarebbe stato un grosso debito (circa 30mila euro) che Galgano aveva contratto con la vittima. Lo stesso assicuratore avrebbe poi tentato di sviare le indagini dei militari dell'Arma cercando di far passare l'omicidio per un delitto legato alla criminalità organizzata, come fosse una vera e propria esecuzione di stampo mafioso. Molti, secondo la ricostruzione accusatoria, gli indizi che hanno incastrato il 36enne di Squinzano come esecutore dell’omicidio.

Nella sua lunga requisitoria, nella scorsa udienza, il pubblico ministero Elsa Valeria Mignone aveva evidenziato come vi sia un solido movente, quello economico, alla base dell’omicidio, e un buco di circa 50 minuti nell’alibi di Galgano. Intervallo in cui, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto l’omicidio. Vi è poi il frammento di proiettile ritrovato, seppur a distanza di anni, in un muretto a poche decine di metri dal luogo dove fu rinvenuto il cadavere di Russo, nelle campagne di Casalabate. Un proiettile compatibile con le armi sequestrate al presunto assassino. Un luogo, quello dell’omicidio, che l’imputato conosceva bene.

Galgano-3-2Raffaele Galgano fu arrestato la sera del 15 settembre 2009 in un appartamento del centro di Mestre, dove l’uomo si era trasferito da qualche tempo. Furono le pazienti e accurate indagini dei carabinieri del nucleo investigativo, guidati dal capitano Biagio Marro, a far luce sul caso e a portare all’arresto, a quasi quattro anni di distanza (dopo una prima archiviazione). Un lungo e complesso lavoro d'indagine che portò a una svolta in quello che sembrava quasi un delitto perfetto. Galgano era stato uno dei primi a essere interrogati subito dopo la denuncia di scomparsa del 27enne, ancor prima del rinvenimento del cadavere. Era lui, infatti, l’ultimo ad avere incontrato la vittima prima della scomparsa il 7 dicembre 2005. Galgano confermò l’incontro, ma con una serie di omissioni, e nella sua ricostruzione tentò di gettare un’ombra inquietante sulle frequentazioni del socio facendo intendere che avesse rapporti con la criminalità locale. Non trovando riscontri a queste affermazioni, i carabinieri lo riascoltarono qualche giorno dopo e Galgano cambiò versione ma anche questa risultò contraddittoria e fu smontata dai riscontri investigativi.

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