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Cronaca Piazza Palio

Sulle tracce dell'omicidio: piazza Palio, sono al vaglio due percorsi

Su disposizione del pm inquirente, gli investigatori sono tornati oggi sul luogo in cui è stato ucciso un operaio, per la polizia a causa di uno scambio di persona da parte di Salvatore Andrea Polimeno. Calcolati tempi e tragitti

LECCE – Era un rovente pomeriggio, quel 2 agosto dello scorso anno, quando Valentino Spalluto, 20enne di Surbo, fu colpito a morte in piazza Palio, nel recinto di LecceFiere, mentre stava lavorando, insieme a squadre di altri operai, all’allestimento di alcuni palchi. In programma c’era a breve un concerto molto atteso, a Lecce, quello di Laura Pausini. Una data inevitabilmente cancellata.

Per quell’efferato omicidio, il 25 settembre scorso, la squadra mobile di Lecce ha arrestato Salvatore Andrea Polimeno, leccese, 24enne. L’aspetto che ha reso più inquietante tutta la vicenda è che il presunto assassino, secondo la polizia, avrebbe sbagliato bersaglio, scambiando l’incolpevole Valentino per un altro giovane che, come Polimeno, risiede nella zona 167: Alessandro Leo. Il tutto, a seguito di una lite scoppiata tra i due per questioni legate, sempre stando agli investigatori, alla cessione di droga.

Da allora, non sono mancati neanche altri colpi di scena, a partire dalle ritrattazioni di alcuni testimoni chiave, come la cognata dello stesso presunto omicida e alcuni ragazzi che in precedenza, con le loro dichiarazioni, avevano consentito alla polizia di schiarire alcuni dubbi e risalire al 24enne

Oggi, in un mite pomeriggio di fine inverno, gli inquirenti sono tornati in piazza Palio per una minuziosa ricostruzione richiesta dal pubblico ministero Carmen Ruggiero, che ha nominato un consulente, l’ingegnere Angelo Nocioni. Accompagnato da personale della squadra mobile, il perito ha svolto alcuni sopralluoghi, volti soprattutto a calcolare i tempi di percorrenza di due ipotetici percorsi.  

La Procura, dunque, sta svolgendo alcuni accertamenti per verificare se vi sia corrispondenza fra gli elementi raccolti fino a questo momento nel corso delle indagini e ricostruire in modo pressoché definitivo l’ipotetico itinerario compiuto da quello che per ora è l’unico indiziato.

Per comprendere appieno il tipo di accertamento, bisogna tornare alla ricostruzione base svolta finora. Quel pomeriggio, dunque, intorno alle 16,45, Salvatore Andrea Polimeno avrebbe raggiunto piazza Palio con il suo scooter Scarabeo, riconoscibile anche per via di un adesivo “Ultrà Lecce” e, dopo un paio di giri di perlustrazione, avrebbe accostato il mezzo a due ruote al marciapiede, salendovi sopra, impugnando una pistola calibro 38, prendendo la mira attraverso le grate di cemento che circondano l’ampio ovale della zona dedicata alle fiere ed esplodendo  tre colpi.

Prima di sparare, però avrebbe sollevato la visiera del casco, rendendosi riconoscibile a diverse persone, per poi tornare a casa, nelle palazzine di via Brescia. Qui avrebbe anche urlato: “Hanno ammazzato Leo”. I dettagli raccolti dagli investigatori, a partire da tutta la parentesi temporale in cui la vicenda sarebbe maturata, dall’esplosione dei colpi al rientro in casa di Polimeno, hanno condotto poi al suo arresto, ipotizzando il clamoroso errore, con scambio di persona e la morte di un giovane che con la vicenda non c’entrava davvero nulla.

Dotati di un contametri e di cronometri, usando uno scooter Scarabeo simile a quello di Polimeno, gli incaricati della Procura hanno studiato, passo dopo passo, due ipotetici tragitti da piazza Palio fino a via Brescia. Sono quelli più verosimilmente percorsi, giacché ve ne sarebbero anche altri, che però presupporrebbero giri molto più ampi e che per questo non sono ritenuti plausibili con la fuga dal luogo di un agguato, che per di più presupponeva un rientro a di poco immediato. Polimeno era ai domiciliari, infatti, aspetto ovviamente ben noto alle forze di polizia. E quindi, mai avrebbe potuto rischiare di farsi trovare fuori casa, in un momento in cui, nel giro di pochi minuti, l’intero quartiere sarebbe stato assediato dalle forze dell’ordine.

I sopralluoghi del perito con gli investigatori

Entrambi i percorsi si dipartono, dunque dalla zona nord-est di piazza Palio (prossima al palazzetto dello sport), dove, cioè, si sarebbe fermato l’omicida, e volgono verso la vicina via Parma. Da qui, due sono le diramazioni possibili: la prima è da via Alessandria, che disegna un’ampia curva e che si ricollega a via Siracusa, da dove, poi, si raggiunge via Brescia; la seconda è dall’interno, passando da un punto alberato, piazzale Pisa, che poi confluisce all’altezza dell’incrocio fra le già citate vie Alessandria e Siracusa, fino poi ad arrivare a destinazione. Entrambe si snodando per un tratto molto breve, che supera di poco i 500 metri. Consulente e investigatori le hanno percorse tutte, non senza destare gli sguardi incuriositi dei pochi passanti in zona. 

Fino ad oggi, l’intero impianto accusatorio è stato sempre osteggiato dalla difesa dell’indagato, rappresentata dagli avvocati Giovanni Battista Cervo ed Elisabetta Cretì, che, ritenendo da un lato poco credibili le versioni fini qui riprodotte, sostengono che Polimeno non avrebbe potuto impugnare l'arma e fare fuoco, perché affetto da una grave patologia motoria agli arti superiori. Quest’accertamento giudiziario, dunque, potrebbe fare ulteriore chiarezza e aggiungere nuovi tasselli all’indagine. 

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