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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Operaio morto dopo l'incidente in un casolare: quattro indagati

Ipotizzato il reato di omicidio colposo nei riguardi del proprietario dell’immobile, del direttore dei lavori, del titolare e dell’amministratore della ditta. Lunedì si svolgerà l’autopsia sul corpo di Fabio Sicuro

LECCE - Ci sono quattro indagati per la morte di Fabio Sicuro, 39 anni, di Martano, avvenuta tre giorni fa in seguito all'incidente in un casolare nelle campagne di Palmariggi, dove era impegnato in lavori di demolizione e ristrutturazione. Si tratta del proprietario dell’immobile, del direttore dei lavori, del titolare e l’amministratore della ditta che ha commissionato i lavori.

La loro “iscrizione” è un atto dovuto per consentire agli indagati di nominare consulenti di parte in vista dell’autopsia, utile a chiarire le cause del decesso che da una prima ricostruzione sarebbe stata provocata dal crollo improvviso del solaio, al quale stava lavorando il malcapitato.

A svolgere l’esame autoptico sarà il medico legale Alberto Tortorella, dopo che lunedì, il pubblico ministero Maria Vallefuoco gli conferirà l’incarico nell’udienza alla quale prenderanno parte gli interessati attraverso i loro legali (Giuseppe Minerva e Romolo Chiriatti, per gli indagati, e Francesco Zacheo per i familiari).

Sarà quindi l’inchiesta, in cui è ipotizzato il reato di omicidio colposo, a chiarire se ci siano state delle violazioni in materia di sicurezza e se queste abbiano determinato la morte del 39enne che ha lasciato due bambini, uno di pochi mesi e l’altro di sei anni.

A nulla erano serviti i soccorsi: dopo aver liberato il suo corpo dalle macerie, era partita la corsa verso l’ospedale “Ignazio Veris Delli Ponti”, di Scorrano, ma erano troppo gravi le ferite riportate e alla fine il suo cuore aveva cessato di battere.

L’area in cui si è verificato il sinistro era stata raggiunta dai carabinieri della stazione di Scorrano, dai militari della compagnia di Maglie e dagli ispettori del Servizio di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl per gli accertamenti del caso.

Il cantiere era stato poi posto sotto sequestro su disposizione del pm.

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