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Cronaca Otranto

Operaio vittima di un incidente nel cantiere, condannate due imprese

Si è chiuso il processo civile dinanzi al Tribunale di Lecce per il risarcimento dei danni per la morte di Andrea Sindaco, di 33 anni

LECCE - Si è chiuso con la condanna dell’impresa fratelli Coricciati di Martano, proprietaria dell’autopompa fornitrice del calcestruzzo, e dell’impresa Mbs di Matera, che aveva eseguito poco tempo prima la revisione sull’autopompa, il processo civile avviato dinanzi al Tribunale di Lecce per il risarcimento dei danni morali ai parenti per la morte dell’operaio Andrea Sindaco, di 33 anni, vittima di incidente avvenuto nell’agosto del 2007 presso il cantiere dov’era in corso la costruzione dell’Hotel I Basiliani Resort & Spa di Otranto.   
Andrea Sindaco era dipendente dell’impresa di costruzioni edili Nuova Otranto, amministrata dal fratello Franco, cui era stata appaltata la costruzione del complesso alberghiero. 
L’1 agosto 2007, alle ore 7:45 circa, lo sfortunato operaio era intento nell’esecuzione di un massetto in cemento armato con l’ausilio di un’autopompa Cifa modello Invetta 36, di proprietà della Coricciati, incaricata della fornitura del calcestruzzo. Mentre l’operaio manovrava la proboscide del braccio di distribuzione dell’autopompa, il secondo tronco del braccio di distribuzione cedeva di schianto, schiacciando il povero Andrea Sindaco educcidendolo sul colpo. I medici e le forze dell’ordine intervenute sul posto non potevano far altro che constatarne il decesso.
Qualche tempo dopo l’evento, la moglie, i figli, i genitori ed i fratelli dell’operaio avevano promosso azione di risarcimento danni nei confronti dell’impresa Coricciati, proprietaria del mezzo la cui rottura aveva prodotto la morte del malcapitato. La quale, però, ritenendo di non avere responsabilità, aveva a propria volta chiesto l’autorizzazione a chiamare in causa praticamente tutti i soggetti coinvolti nel cantiere, nessuno escluso: in principal modo la Mbs, società di Matera cui qualche tempo prima l’autopompa incriminata era stata sottoposta a revisione. E poi tutti gli altri: dalla Nuova Otranto, impresa appaltatrice di costruzione dell’albergo, alla Iside, proprietaria del cantiere e dell’hotel, dal direttore dei lavori, al responsabile della sicurezza in cantiere, dalla società costruttrice dell’autopompa, alle compagnie di assicurazione della responsabilità civile.
Con sentenza depositata in questi giorni, il giudice del Tribunale di Lecce, Viviana Mele, dopo lunghissima istruttoria, ha ritenuto che la responsabilità per l’incidente mortale sia ascrivibile, in solido, alla Coricciati e alla Meridional Beton Service, quest’ultima per avere “dalla successione degli eventi emerge in modo chiaro che la manutenzione compiuta da MBS s.r.l. non fu adeguata e conforme alle regole dell’arte, poiché il tronco si spezzò appena 53 giorni dopo l’intervento”, mentre, “se MBS avesse o compiuto quanto necessario per riparare e rinforzare adeguatamente il secondo tronco o, in caso di assoluta impossibilità di riparazione, avvisato Coricciati che il tronco avrebbe di lì a poco ceduto, l’evento non si sarebbe verificato” e questa perché “L’autopompa era stata acquistata nel 1994 e, pur essendo un macchinario di lunga vita, prevedeva espressamente un obbligo di manutenzione annuale con ditta specializzata”. E invece, undici anni dopo l’acquisto, la Coricciati dapprima “atteso altri due anni”, favorendo “un ulteriore processo di deterioramento della macchina”, e, poi, aveva deciso di incaricare della revisione non una ditta “specializzata”, ma altra più economica “Sulla competenza e sulla preparazione specifica della quale nulla è dato sapere”.
In base a tali considerazioni le due società sono state condannate in solido a risarcire danni morali per ben oltre il milione di euro, con diritto ad essere manlevate, ma solo entro il limite di massimale, dalle compagnie di assicurazione coinvolte. 
Nel processo i parenti delle vittime sono stati assistiti con successo dall’avvocato Pino Recchia del Foro di Bari e dall’avvocato Mauro Finocchito del Foro di Lecce.
 

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