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Cronaca

Operazione "Coffee drug", sei patteggiano la pena. Richiesta di condanna per otto

Nuovi parziali verdetti nell’ambito dell’operazione denominata “Coffee drug” che, a giugno del 2014, ha sgominato una presunta organizzazione accusata di aver gestito il mercato della droga cittadina, un grande bazar che dal centro storico, tra la movida, s’irradiava sino ai quartieri periferici, non disdegnando puntate nei comuni dell'hinterland

LECCE – Nuovi parziali verdetti nell’ambito dell’operazione denominata “Coffee drug” che, a giugno del 2014, ha sgominato una presunta organizzazione accusata di aver gestito il mercato della droga cittadina, un grande bazar che dal centro storico, tra la movida, s’irradiava sino ai quartieri periferici, non disdegnando puntate nei comuni dell'hinterland.

Oggi il pubblico ministero Paola Guglielmi ha chiesto la condanna per otto degl imputati che hanno scelto il rito abbreviato dinanzi al gup Giovanni Gallo. Sei anni la richiesta per Elio De Vergori e Andrea Gubello; 4 anni e quattro mesi per Engiellibus Arapi; Francesco Calogiuri; Sabrina D’Ippolito; Giovanni Luzio e Angelo Francioso; due anni invece per Andrea Taurino. Chiesta l’assoluzione invece per Francesco Delli Noci; Gabriella Raho e Pierpaolo Scarpino.

Cinque, invece, le richieste di patteggiamento già concordate con il pubblico ministero Paola Guglielmi: Maria Rosaria Cafiero; Marco De Angelis; Carmelo De Filippi; Annamaria Riotti e Carmelo Vincenti e Andrea Luparelli. Dieci, invece, gli imputati già rinviati a giudizio: Jasmin Beherem; Antonio Calò; Alessandro Chiarello; Zermolo D’Orfeo; Giovanni Pignatelli; Alessandro Rizzo; Jonathan Sbrò; Evelyn Scalise; Aleksandra Maria Smik e Fabiola Spedicato.

Oggi hanno discusso alcuni dei difensori degli imputati che hanno scelto l’abbreviato: gli avvocati Massimiliano Petrachi, Marco Pezzuto e Giancarlo Dei Lazzaretti. Le discussioni proseguiranno nella prossima udienza fissata per il 17 dicembre.

L'inchiesta ha avuto inizio nell'ottobre 2011, dopo l'arresto in flagranza di reato di Antonio Nardelli, di Gallipoli, trovato in possesso di un chilo e mezzo di eroina, poco più di un chilo di hascisc e marijuana, e quasi 9 grammi di cocaina. Da lì si è dipanata una complessa attività investigativa, che ha portato all'identificazione dei “soci in affari” di Nardelli, cui era affidato il compito di trasportare lo stupefacente nella città di Lecce. Ciascun indagato, in modo autonomo e in correlazione con gli altri, avrebbe gestito un proprio gruppo di clienti che avrebbe provveduto a rifornire con regolarità.

La Squadra mobile eseguì anche alcuni sequestri a riscontro delle conversazioni intercettate. Sequestri che hanno permesso di rinvenire in possesso dei clienti le dosi di stupefacente cedute poco prima dagli indagati. Gli accordi relativi alle consegne di stupefacente avvenivano mediante l'uso di un linguaggio convenzionale che gli indagati ritenevano idoneo ad eludere eventuali operazioni di intercettazione da parte delle forze dell'ordine.

Nel collegio difensivo gli avvocati Massimiliano Petrachi, Giuseppe e Michele Bonsegna; Giuseppe Quarta; Luigi Rella; Alessandro Costantini Dal Sant; Alexia Pinto; Laura Serafino; Cosimo Rampino e Francesco Piro.

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