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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Galatina

Operazione "Offside", la Cassazione: mancano i gravi indizi per Coluccia

Le motivazioni con cui i giudici della Suprema Corte hanno accolto il ricorso della difesa e annullato con rinvio la misura cautelare

LECCE – “Il vaglio delle risultanze processuali operato dal Tribunale di Lecce è lacunoso, perché afferma la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di Luciano Coluccia ma non contiene una disamina esauriente dei profili che erano stati evidenziati, dal gip e dalla difesa, per sostenere l'opposta conclusione, secondo la quale le indagini non hanno offerto elementi sufficienti per delineare compiutamente, a carico di Luciano Coluccia, un ruolo effettivo come riferimento criminale del figlio Pasquale Danilo Coluccia”.

E’ questo uno dei passaggi fondamentali della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la misura cautelare emessa dalla Procura del capoluogo salentino nei confronti di Luciano Coluccia, 69enne di Noha (frazione di Galatina), assistito dagli avvocati Carlo Martina e Luigi Greco, coinvolto nell’operazione denominata “Offside”, condotta dalla Squadra mobile di Lecce sulla presunta riorganizzazione di uno dei gruppi storici della Scu.

Luciano Coluccia, condannato nelle scorse settimane in abbreviato a 9 anni e quattro mesi, è accusato di essere legate all’omonimo clan storico locale e, fra l’altro, di aver alterato i risultati di alcune partite della squadra di calcio Pro Italia Galatina nella stagione 2015/2016 di Promozione.

Il gip nei mesi scorsi ha rigettato la richiesta di custodia cautelare in carcere per il reato associativo, disponendo gli arresti domiciliari per altri reati minori. La Procura ha fatto ricorso al Riesame, che ha accolto l’appello e disposto il carcere. La misura è stata sospesa fino alla pronuncia della Cassazione, che ha stabilito che una nuova udienza dovrà essere celebrata dinanzi ai giudici del Riesame.

Secondo i giudici della Suprema Corte, dunque, non sussistono gravi indizi di colpevolezza per dimostrare l’appartenenza dell’imputato al clan Coluccia. Nella motivazione i giudici non fanno alcun riferimento a eventuali interazioni tra le attività di Danilo Coluccia e quelle degli imputati dell'operazione “Contatto”, confermando, in qualche modo, l'indipendenza dei due ambienti criminali. Una sentenza che potrebbe aver un notevole peso specifico nelle sorti processuali.

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