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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Operazione "Omega", condanne in abbreviato ma cade il reato associativo

L'inchiesta coordinata dalla Dda di Lecce su una presunta associazione finalizzata al traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti

LECCE – Primi verdetti nell’operazione bis, denominata "Omega", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce e condotta all’alba del 20 settembre scorso dai carabinieri del Comando provinciale di Brindisi. Il gup del Tribunale di Lecce, Carlo Cazzella, ha condannato, al termine del giudizio con rito abbreviato, a 4 anni e due mesi Cristian Cagnazzo, 30enne di Leverano; un anno e sei mesi 33enne per Gennaro Hajdari (alias Tony Montenegro), di etnia Rom, nato a Palermo ma residente nel “Campo Panareo” a Lecce; 4 anni e due mesi per Stefano Immorlano, 36 anni, di Campi Salentina; 6 anni e dieci mesi per Fausto Lamberti, 38 anni, di Campi Salentina; 4 anni e otto mesi per Gabriele Leuzzi, 38 ani, di Campi Salentina; 6 anni e dieci per Umberto Nicoletti, 40enne leccese; 4 anni e due mesi per Valtere Scalinci; 7 anni e due mesi per Cosimo Vitale, 28enne di Campi Salentina. Assoluzione, invece, per Gabriele Ingusci, 37 anni, di Nardò, assistito dall’avvocato Cosimo D’Agostino. Assoluzione dal reato associativo per Cagnazzo, Hajdari, Nicoletti e Scalinci. Nel collegio difensivo gli avvocati Rocco Vincenti, Cosimo D’Agostino, Michele Palazzo, Ladislao Massari, Antonio Savoia e Amilcare Tana.

L’inchiesta, nata dall’omicidio di Antonio Presta (il 5 settembre del 2012), 29 anni, figlio di un personaggio della vecchia Scu, Gianfranco Presta, 55enne collaboratore di giustizia che nel 2009 aveva definitivamente perduto il programma di protezione a causa del coinvolgimento in alcune rapine compiute proprio assieme al figlio, ha fatto emergere l’esistenza di un gruppo criminale dedito al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti tra Cellino e San Donaci, con ramificazioni nel leccese.

Al vertice del gruppo, secondo gli inquirenti, “Pietro Soleti, capo indiscusso del sodalizio di San Donaci, che si avvaleva dei suoi luogotenenti Floriano Chirivì e Benito Clemente”. Tra i canali di approvvigionamento della droga il capoluogo salentino, approdo privilegiato verso l’Albania. Per Soleti e Chirivì, assolti dal reato associativo, la condanna è stata rispettivamente a 7 anni e nove mesi e 6 anni e due mesi, mentre 20 anni e dieci mesi per Clemente. Pene più alte per Carlo e Pietro Solazzo, 25 anni e quattro mesi e 24 anni e dieci mesi.

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