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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Monteroni di Lecce

Operazione "Poker 2", un consulente della Procura per scandagliare i beni di Politi

Sarà un consulente nominato dal Tribunale a valutare la presunta sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni posseduti dal 39enne monteronese. L'inchiesta legata al presunto coinvolgimento nel giro delle scommesse online

LECCE – Sarà un consulente nominato dal Tribunale a valutare la presunta sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni posseduti da Saulle Politi, 39enne di Monteroni, nome legato, secondo gli inquirenti, alla Sacra corona unita come presunto affiliato al clan Tornese e già condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso.

Quella di Politi è una delle figure principale dell’inchiesta denominata “Poker 2”. Si tratta di uno dei filoni, quello riguardante i gestori dei centri di scommesse illecite, di un’indagine unica nel suo genere non solo per complessità ed estensione, ma soprattutto perché va a scandagliare un settore ad alto rischio d’infiltrazione criminale come quello delle scommesse. Il troncone leccese ha evidenziato come ad amministrare il mercato delle scommesse illegali nel Salento e in altre due regioni, secondo gli investigatori, fosse la proprio figura carismatica del 39enne.

Sarebbe stato lui a gestire una serie di attività economiche legate anche e soprattutto al mondo delle scommesse, tra le quali ben 50 agenzie di scommesse, tanto da creare una vera e propria “Rete Politi”. Nei confronti dell’uomo è già stato emesso un provvedimento di sequestro preventivo di una società che gestisce un supermercato di Monteroni, oltre che di immobili e società legate sempre al mondo delle scommesse: la "Capitan Uncino”, la “Gogo Game”. Nessuno di questi beni è intestato a Saulle Politi, ma ai suoi familiari, ritenuti dagli inquirenti dei semplici “prestanome”.

Oggi, i giudici della seconda sezione collegiale del Tribunale di Lecce (presieduta da Roberto Tanisi), chiamati a decidere sull’applicazione della misura di prevenzione adottata sui beni, hanno conferito al commercialista Donato Pezzuto il compito di eseguire gli accertamenti. La relazione de professionista sarà consegnata entro novanta giorni, mentre i risultati della consulenza sarnno analizzati nella prossima udienza, prevista per il 4 giugno.

Sono trentuno le persone indagate nell’ambito dell'indagine condotta dagli uomini della guardia di finanza del Comando provinciale di Lecce, in particolare dal Gico (Gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata), e denominata “Poker2”. L’udienza preliminare è prevista per il prossimo 7 marzo.

Al centro dell’inchiesta un giro di scommesse clandestine da centinaia di milioni di euro, ramificato in tutto il territorio nazionale con oltre 500 agenzie. Un fiume di denaro in cui sarebbero confluiti, per essere riciclati, anche i proventi di attività illecite riconducibili a organizzazioni criminali e mafiose.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia ed avviata alla fine del 2008, ha portato le fiamme gialle a svolgere un’approfondita attività di analisi di tutti i centri di raccolta di scommesse presenti nella provincia. Nel corso di questo monitoraggio, la finanza ha scoperto la presenza di una società di capitali austriaca, con sede legale ad Innsbruck, la GoldBet, che, priva delle concessioni rilasciate dall’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, avrebbe promosso ed organizzato, su gran parte del territorio italiano, un sistema illegale di raccolta di scommesse on-line su eventi sportivi, avvalendosi di una fitta rete di agenzie.

Si tratta, come ha spiegato il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, di un sistema piramidale, che partendo dall’Austria, si dirama attraverso livelli intermedi in ambito regionale (master), poi, provinciale, con le cosiddette "super agenzie", che in provincia di Lecce raccoglievano una cinquantina di sedi. Una vera holding delle scommesse clandestine, perfettamente organizzata, con un giro d’affari di denaro contante notevolissimo. Il sistema avrebbe avuto ramificazioni in Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Puglia e Sicilia.  Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla raccolta illecita delle scommesse on-line su eventi sportivi.

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