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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Operazione "Register": sequestrata sede Edinform

Il palazzo nel quale sorge la società di consulenza informatica è stato requisito dalla finanza su disposizione del gip Aprile a garanzia dei contributi che sarebbero stati percepiti in modo illecito

La sede legale dell'azienda Edinform di Lecce, un immobile storico che sorge in via De Simone, al civico 23, è stata posta sotto sequestro dai militari del nucleo di polizia tributaria del gruppo tutela della spesa pubblica di Bari. La confisca è stata disposta a tutela dell'ammontare dei contributi che sarebbero stati percepiti in modo illecito, secondo l'inchiesta condotta dalle fiamme gialle del capoluogo regionale. Il valore dell'immobile che sorge su una zona centrale di Lecce, a ridosso del centro storico, è di 4 milioni e 100mila di euro, e la sua confisca scaturisce da un'indagine per truffa ai danni dello Stato e dell'Unione europea. Il provvedimento, disposto dal gip di Lecce Ercole Aprile su richiesta del pubblico ministero Imerio Tramis, riguarda dunque l'edificio della società che opera nel settore della fornitura di servizi informatici e telematici a pubbliche amministrazioni e aziende, nella maggior parte interessate da esigenze informative per la prevenzione ambientale. Il provvedimento è stato adottato a garanzia di 2 milioni 384mila 455 euro e rotti, somma riguardante l'ammontare dei contributi che sarebbero stati percepiti in modo illecito nell'ambito dei progetti Pon per lo sviluppo dell'imprenditoria locale.

Secondo le accuse, l'azienda, con l'utilizzo di fatture inesistenti e costi di consulenza "gonfiati", avrebbe ottenuto illecitamente i fondi pubblici. L'inchiesta della finanza, avviata circa due anni e mezzo fa, ha portato sinora alla denuncia di 31 persone, otto delle quali per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Sarebbero state accertate percezioni indebite di contribuzioni comunitarie e nazionali per 3 milioni e 800mila euro. Agli arresti, , l'11 dicembre scorso, finirono Salvatore D'Ambrosio, 67 anni e Rosario De Lorenzis, 57, entrambi di Felline, frazione di Alliste, rispettivamente amministratore delegato e il ragioniere della società.

Le altre due persone colpite dall'ordinanza sono cittadini israeliani, responsabili di una società di consulenza, che a distanza di mesi risultano ancora latitanti. L'operazione denominata "Register", portò ad indagare undici persone, con l'accusa di truffa aggravata per il conseguimento indebito di erogazioni a carico del bilancio nazionale e comunitario. Secondo gli investigatori un ruolo fondamentale sarebbe stato ricoperto proprio dai due cittadini israeliani, uno dei quali noto ricercatore in campo telematico. Attraverso la loro società avrebbero prodotto la documentazione per ottenere il finanziamento, intascandone buona parte. Le indagini sono partite nel dicembre del 2005 e riguardano due importanti progetti di sviluppo pre-competitivo e ricerca industriale, finanziati dal ministero delle attività produttive e dalla regione Puglia.

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