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Cronaca Galatone

Operazioni finanziarie sospette, le banche locali segnalano poco e tardi

Campanelli d'allarme un incontro conil procuratore della Repubblica, De Castris e il sostituto della Direziona Nazionale Antimafia, Mandoi: "Nel turismo è alto il rischio di infiltrazioni criminali"

GALATONE – Le segnalazioni di operazioni bancarie sospette in provincia di Lecce sono pochissime e spesso anche tardive. Insomma, pare che nel Salento si applichi alla lettera la locuzione latina pecunia non olet, anche quando il denaro movimentato induce a pensare che ci sia dietro la mano della criminalità organizzata o quantomeno un’attività illecita.

Dal sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Francesco Mandoi, arriva un campanello d’allarme. L’ennesimo a dire il vero. Basta guardare le statistiche, dice il magistrato, per capire come le banche del territorio siano molto meno collaborative di altri istituti sul territorio nazionale. Questa amara constatazione è emersa nel corso dell'incontro pubblico “Il Salento tra sviluppo, corruzione e criminalità” al quale hanno partecipato anche il procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo De Castris, don Raffaele Bruno per l’associazione Libera, oltra a Concetta Franco del Comune di Mesagne e all’economista Guglielmo Forges Davanzati dell'Università del Salento. Il confronto si è svolto nel palazzo Marchesale di Galatone ed è stato introdotto dal sindaco, Flavio Filoni.

Il tessuto economico, non lo si scopre oggi, offre diverse opportunità di ripulire i soldi sporchi e questo è tanto più frequente laddove chi dovrebbe agire da sentinella, non per vocazione ma per obbligo di legge, spesso fa finta di nulla, qualche volta è invece addirittura colluso. Mandoi ha ricordato come esistano efficaci strumenti di prevenzione e precise indicazioni, nella normativa antiriciclaggio, per i professionisti come notai, commercialisti, avvocati, banchieri. Tutti tenuti a segnalare: "Il momento giusto per farlo è quando si sospetta", ha detto ricordando che eventuali testimonianze processuali godono delle massime garanzie, del tipo di quelle accordate agli agenti sotto copertura.

“Il nostro turismo - ha aggiunto Mandoi - è cresciuto in maniera esponenziale, il rischio che sia senza regole e permeabile alle infiltrazioni criminali è fortissimo”. Fortissimo, bisogna ripeterlo. Poco prima, del resto, il suo collega De Castris aveva indicato nel settore ricettivo, soprattutto della costa ionica, oltre che nella droga, i terreni fertili per gli appetiti mafiosi. Anche la vendita del cocco in spiaggia, oramai - ha detto il successore di Cataldo Motta - oltre che la gestione dei parcheggi e della sicurezza nelle discoteche, sono di pertinenza di consorzi criminali che arrivano da altre zone e alle quali le organizzazioni locali non possono e non vogliono opporsi militarmente: si arriva così a una concertazione che soddisfa tutti, esattamente come avviene per il traffico di stupefacenti nel Canale d’Otranto dove i clan albanesi sono diventati egemoni.

Secondo De Castris, l’occupazione da parte di gruppi più forti e strutturati nei settori tradizionalmente di competenza della Sacra Corona Unita, ha portato negli ultimi anni ad una trasformazione della criminalità salentina, sempre più attenta a cercare quel consenso sociale che non aveva nemmeno nel periodo di massima potenza militare (da questo punti di vista i moniti . Le istituzioni locali diventano allora, ha spiegato, interlocutori necessari e non è infrequente notare nei corridoi degli uffici comunali personaggi, la cui contiguità ad ambienti criminali è nota, in cerca di concessioni, appalti, agevolazioni: “Sono in mezzo a noi e occupano quello spazio che le istituzioni lasciano” in fasi di disillusione della cittadinanza nei confronti della classe dirigente. De Castris ha ricordato come le società partecipate e le associazioni temporanee di imprese che vengono formate per concorrere all’assegnazione di appalti siano spesso le “camere di compensazione” tra la politica e la criminalità. 

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