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Cronaca Porto Cesareo

Opere abusive nello stabilimento “Le Dune” di Porto Cesareo: condannata l’amministratrice

Emesso il verdetto nel processo discusso col rito ordinario nei riguardi di Liliana Salvaterra, 63enne di Copertino. La giudice ha riconosciuto la pena sospesa a patto che le opere vengano demolite dopo che la sentenza diventerà definitiva

PORTO CESAREO - E’ di un anno e mezzo di reclusione la condanna inflitta a Liliana Salvaterra, 63enne di Copertino, amministratrice unica del noto stabilimento della società “Le Nuove Dune” di Porto Cesareo. Il verdetto emesso oggi dalla giudice della seconda sezione penale del tribunale di Lecce Annalisa De Benedictis ha riconosciuto il beneficio della pena sospesa all’imputata, a condizione che, una volta diventata irrevocabile la sentenza, entro sessanta giorni, vengano demolite le opere abusive.

Era questa l’accusa, abusivismo edilizio, di cui rispondeva la donna nel processo, in cui era assistita dall’avvocato Luigi Covella che, non appena saranno depositate le motivazioni (entro novanta giorni) valuterà il ricorso in appello.

Stando alle indagini condotte dal personale della Capitaneria di porto, sotto la direzione del pubblico ministero Paola Guglielmi, sarebbero diversi gli interventi avvenuti nella struttura senza i permessi necessari, finalizzati anche alla creazione di parcheggi, in area sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico.

In particolare, le opere finite sotto la lente d’ingrandimento di investigatori e inquirenti riguardavano l’ampliamento dei manufatti adibiti a deposito e camere, tre vani della superficie coperta pari a 50 metri quadri e due porticati pari a 101,95 metri quadrati. E, ancora, al primo piano, un ampliamento del locale adibito a bar-pizzeria, nella parte prospiciente il mare, “una sala” della superficie di 249,50 metri quadri, di cui 179 circa realizzati con intelaiatura e travi in acciaio chiuse con vetrate scorrevoli e copertura in telo plastificato sorretta anche da un pilastro centrale, un collegamento tra il bar e l’area che ospitava gli avventori; al secondo piano, un grande vano fatt in legno e infissi vetrati.

Queste sarebbero state alcune delle innovazioni realizzate senza autorizzazioni dal 2001 al 2017.

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