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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Ordigno al postamat, gli arrestati confessano: “Eravamo stremati dalle difficoltà economiche”

All’esito degli interrogatori, la giudice ha convalidato la misura in carcere. Rinviato per ragioni di salute il confronto con il terzo indagato per l'episodio avvenuto lo scorso 21 maggio, in via Archita da Taranto, a Lecce

LECCE - Hanno confessato due dei tre uomini arrestati da polizia e carabinieri la notte del 21 maggio scorso, mentre cercavano di fuggire dopo aver fatto esplodere un ordigno nei pressi dello sportello bancomat delle Poste di via Archita da Taranto, con l’obiettivo di rubare all’interno dello stesso ufficio. 

In mattinata, davanti alla giudice Maria Francesca Mariano, sia Giuseppe Orfeo, 39enne, originario di Manduria, ma residente a Lecce, che Antonio Gerardo Pezzano, foggiano di 55 anni, (assistiti rispettivamente dagli avvocati Ivan Feola e Roberto Tarantino), hanno dichiarato di aver agito in quel modo perché stremati dalle difficoltà economiche, non avendo un posto di lavoro. 

Ma questo non è bastato ad alleggerire il peso delle loro condotte e, all’esito del confronto, la gip ha convalidato la misura cautelare in carcere, dove è detenuto anche il terzo uomo coinvolto nella vicenda, Ivo Lopa, 52enne di Melfi (comune in provincia di Potenza), per il quale è stato necessario rinviare l’interrogatorio per sopraggiunti problemi di salute. 

I primi a finire nei guai erano stati Orfeo e Lopa: individuati, subito dopo l’esplosione, dagli agenti delle volanti della Questura, intervenuti sul posto dopo la segnalazioni di alcuni residenti della zona in merito alla presenza di individui che tentavano di forzare la porta dell’ufficio postale. 

Sopraggiunti anche i carabinieri della sezione radomobile della compagnia di Lecce, questi avevano dato la caccia al complice che era riuscito a svignarsela con un’Alfa Romeo Giulietta di colore bianco (rubata in città il giorno prima). 

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Rintracciato il mezzo, dopo un inseguimento, il conducente, risultato essere Pezzano, era andato a impattare contro un palo della luce ed aveva lasciato così l’abitacolo, per poi nascondersi, disteso per terra, nella vegetazione. Dopo averlo stanato, i militari avevano proceduto alla perquisizione della vettura, sequestrando, tra le altre cose: una “marmotta” (dispositivo artigianale dotato di miccia); una mazza metallica; due picconi saldati e uno normale; alcuni grimaldelli.

Oltre a un postamat divelto, nella deflagrazione, erano state frantumate le vetrate dell’ufficio e danneggiati gli arredi interni, e danneggiate quattro vetture parcheggiate nelle vicinanze e un negozio. 

In merito alla pericolosità degli arrestati, la gip ha considerato come questi, pur avendo diverse provenienze geografiche, in ragione dei loro rapporti d’amicizia costruiti, a quanto emerso, anche nei comuni periodi di detenzione, avrebbero concordato un piano criminale nel capoluogo salentino. “Collocare un ordigno esplosivo in pieno centro abitato, significa accettare il rischio, sia pure sotto forma di dolo eventuale, di procurare potenziali vittime e di creare gravi danni alle cose e alle strutture, senza alcuna remora, nella persecuzione a qualunque costo dell’obiettivo lucrativo prefissato”, si legge nell’ordinanza con la quale è stato convalidato l’arresto per i tre (tutti pregiudicati per furti e Pezzano e Orfeo anche con precedenti anche per violazione della disciplina sulle armi). 

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