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Cronaca Porto Cesareo

Relitto medievale nell’Area marina protetta. Scattano i divieti della capitaneria

Dopo il ritrovamento del relitto sui fondali di Porto Cesareo e le segnalazioni alla Soprintendenza archeologica disposta l’ordinanza dell’autorità marittima per salvaguardare la scoperta. Vietate pesca, immersioni e navigazione nella zona a nord est della penisola della Strea

PORTO CESAREO – A pochi giorni dal ritrovamento del relitto di un’imbarcazione medievale nei fondali di Porto Cesareo arrivano le prime disposizioni e i divieti per tutelare il bene d’interesse archeologico sommerso.

A seguito della richiesta espressa dalla Soprintendenza archeologica di Taranto nelle scorse ore il comando della capitaneria di porto di Gallipoli ha disposto la relativa ordinanza per vietare l'ancoraggio, la sosta, la pesca professionale e sportiva, il transito, la navigazione nonché le immersioni subacquee e qualsiasi altra ulteriore attività connessa agli usi pubblici del mare per fini ludico, ricreativi, diportistici, o professionali nella zona a nord-est della penisola della Strea di Porto Cesareo.

Il relitto medievale si trova adagiato sul fondo marino a circa 2 metri e mezzo di profondità e ad una distanza di circa 100 metri dalla costa. Nell’ambito della disposizione dell’autorità marittima sono contemplate le coordinate esatte in cui si trova il luogo della scoperta alla latitudine 40°15.121'N e longitudine 017°53.8651E -WGS 84 e le disposizioni che di fatto vietano quindi di avvinarsi troppo alla zona dove è posizionato il relitto. 

L’importante scoperta storico-archeologica è stata effettuata in questi giorni del periodo natalizio nelle acque dell’area marina protetta di Porto Cesareo. Si tratta di un relitto quasi interamente in legno, della lunghezza di oltre 18metri e largo 4 metri e mezzo, che da una prima valutazione da parte di Cristiano Alfonso, archeologo subacqueo del Dipartimento di beni culturali dell’Università del Salento, è stato datato in un periodo compreso tra il dodicesimo e tredicesimo secolo. A segnalare la presenza del relitto è stato il pescatore professionista Pasquale De Braco che è anche consigliere del consorzio di gestione dell’Area marina protetta che ha provveduto a darne notizia al presidente dell’Amp, Remì Calasso, e all’ufficio locale marittimo di Torre Cesarea.

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