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Cronaca Nardò

Trasporto dei disabili verso i centri diurni: per ora spetta ad Asl garantirlo

Il Consiglio di Stato ha sospeso gli effetti di una sentenza del Tar di Lecce. Il contenzioso nasce dalla decisione di Asl di affidare il servizio a un consorzio, ma solo da e per gli ambulatori del dipartimento di Riabilitazione

LECCE - La sezione terza del Consiglio di Stato ha accolto l'istanza cautelare presentata dall'avvocato Paolo Gaballo per conto del centro diurno "Capodarco Padre Gigi Movia" di Nardò e dall'associazione "Oltre la diversità" contro la decisione di Asl Lecce di interrompere il servizio di trasporto dei disabili dalle loro abitazioni alla struttura in questione e alle altre convenzionate presenti nell'ambito territoriale di Galatina e Nardò. 

Si trattava tecnicamente di un appello per chiedere la riforma della sentenza breve con con cui la seconda sezione della sede leccese del Tar Puglia aveva, invece, ritenuto legittimo l'operato dall'azienda sanitaria che ha affidato a un consorzio esterno il trasporto da e per gli ambulatori riabilitativi direttamente dipendenti da Asl.

I giudici romani hanno ravvisato, in attesa della fissazione in tempi rapidi di una discussione nel merito della vicenda (da fissare con un decreto a parte), che gli effetti prodotti dalla decisione di Asl "siano tali da produrre nella sfera giuridica degli appellanti, soggetti deboli, elementi di pregiudizio dotati degli attributi della gravità e irreparabilità". Su questa premessa si dispone la sospensione dell'esecutività della sentenza del Tar e per il momento il servizio di trasporto, interrotto il 18 giugno dopo la proroga di un mese, dovrà essere ripristinato. 

I ricorrenti hanno fatto presente che il venir meno di un servizio assicurato per oltre dieci anni lede i livelli essenziali di assistenza che ogni Regione deve garantire. Di diverso avviso il Tar, che si è pronunciato all'inizio di agosto, per il quale l'azienda sanitaria è tenuta ad assicurare il servizio di trasporto se funzionale a una prestazione sanitaria e non socio-assistenziale, quale sarebbe quella assicurata dal centro diurno. L'organizzazione del trasporto, trattandosi essenzialmente di servizi sociali, spetterebbe quindi alle amministrazioni comunali interessate. Di diverso avviso la convinzione dell'avvocato Gaballo che è chiamato a dimostrare nel merito la fondatezza del ricorso.

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