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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Abbattuti i primi ulivi infetti da Xylella. Proteste e tensione nelle campagne di Oria

Personale dell'Arif, protetto da agenti del corpo forestale dello Stato, ha portato a termine nel pomeriggio le prime sette eradicazioni. La zona interessata è stata presidiata sin dal mattino da un gruppo di ambientalisti, ma alle 14 l'ordine è partito

ORIA – D’improvviso un rumore si alza da lontano, martellante come il ronzio di una zanzara. Pochi secondi e subito si comprende che l’ordine è partito: le eradicazioni previste nel piano del commissario Giuseppe Silletti non possono attendere oltre. I manifestanti iniziano a correre, gli agenti della forestale subito dietro. Altri però sono già schierati all’interno della proprietà privata, in contrada Frascata, dove una manciata di alberi di ulivo, sette in tutta la zona, stanno per cadere perché infettati da Xylella fastidiosa. 

Sono quelli contraddistinti da un “sì” con lo spray di colore rosso, che si aggiunge alla “x” che attesta sintomi da Complesso del disseccamento rapido dell’olivo. Gli esami di laboratorio, in questi sette casi, hanno confermato la presenza del batterio, ma le piante marchiate dalla croce sono molte di più, circa 250. Il loro destino non è stato ancora deciso: un buon numero sono sul fondo dei fratelli Pesce che per primi hanno presentato un ricorso al Tar di Lecce che si è dichiarato incompetente nel merito della vicenda, ma che ha raccomandato l'obbligo della notifica ai proprietari dei terreni interessati. 

Quando gli ambientalisti arrivano alla recinzione i tronchi sono già recisi di netto. Qualcuno scavalca, altri tentano lo sfondamento, altri ancora si arrampicano sugli alberi prossimi all’abbattimento: sono pochi di numero, anche se molto determinati, mentre gli agenti sono molti di più, e i carabinieri controllano che la situazione non degeneri. C’è chi piange e chi urla, nel corso di una fase particolarmente concitata, quella iniziale, un ragazzo si accascia: lamenta dolori al costato, dice di essere stato sgambettato e spinto da un agente. Un altro manifestante, più anziano, si abbandona un paio di volte a terra dopo essere stato trattenuto con la forza: visibilmente agitato, chiede agli operai di fermarsi, di pensare al futuro dei propri figli.

Dal mattino fino alle 14, del resto, la situazione è rimasta sotto controllo: conciliaboli, confronti, la richiesta dei documenti di identità (trattandosi a tutti gli effetti di una manifestazione non autorizzata, seppur pacifica), ma niente di più, in attesa di una decisione che è passata dalla teoria alla pratica senza che nessuno se ne accorgesse e proprio quando assumeva consistenza l'ipotesi che per oggi non se ne sarebbe fatto nulla.

Invece, mentre i mezzi pesanti arrivati per l’estirpazione delle radici sono stati lasciati fermi in pasto agli ambientalisti, le auto dell’Arif, equipaggiate del necessario, hanno portato il personale nel punto dei primi abbattimenti da una seconda strada poderale. E quando la protesta era tutta concentrata sul terreno dove sono avvenuti i primi tagli, gli altri in programma sono stati effettuati proprio a 50 metri dall'area del presidio mattutino, lasciato scoperto. Domani, martedì, eradicazioni sono previste in territorio di Veglie e dovrebbero riguardare un numero maggiore di piante. Altre 104 sono venute giù lo scorso anno, ma l'emergenza non aveva ancora i crismi dell'ufficialità e il piano Silletti era di là da venire.

Ulivi, le immagini dalle campagne federiciane

Nel frattempo molto si è discusso, ma di risposte non ne sono arrivate poi tante, soprattutto sul nesso di causalità tra il batterio e il disseccamento: la sensazione è che le misure draconiane siano un agnello sacrificale da portare sull’altare di Bruxelles. In settimana, infatti, è atteso un pronunciamento ufficiale dell’autorità europea per la sicurezza alimentare, l’Efsa, che sarà determinante per il confronto previsto a fine mese tra l’Italia e i partner continentali.

Il ministro della Politiche Agricole, Maurizio Martina, a Lecce la scorsa settimana, lo ha detto chiaramente: le buone pratiche agricole devono essere attuate subito, gli abbattimenti saranno invece chirurgici e solo sulla base di riscontri di laboratorio. In fondo, ha ripetuto più volte il commissario Silletti, ogni anno sono migliaia le piante estirpat ogni anno su richiesta degli stessi proprietari dei fondi nell’ambito delle normali attività agronomiche. Giovedì, su iniziativa del comitato Voce dell'ulivo si svolgerà il #buonepraticheday: 100 trattori saranno a disposizione in tutta la provincia per consentire l'anticipo di un mese delle consuete operazioni di sfalcio e aratura. L'obiettivo è quello di ridurre drasticamente il numero dell'insetto vettore, la cicalina. 

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