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Cronaca San Cesario di Lecce

Mensa a rischio chiusura. Dipendenti Rr Puglia occupano l’ingresso dell’ospedale

Domani sarà l’ultimo giorno di attività della ditta presso il “Galateo” di San Cesario. I 16 licenziati contrari all’ipotesi di veicolo dei pasti da un altro ospedale: “Rischiamo di perdere l’aggancio con la ditta che subentrerà”

SAN CESARIO DI LECCE – La minaccia è di quelle serie: i furgoni diretti all’ospedale “Galateo” di San Cesario per le operazioni di veicolo pasti, non passeranno. E la data in cui potrebbe verificarsi un gigantesco disagio, innanzitutto per i degenti ricoverati presso il presidio sanitario, è prevista per dopodomani. Una manciata di ore separano la protesta inscenata oggi dai 16 addetti alla mensa dal paventato blocco.

Si comincia questa mattina presto: dopo le lettere di licenziamento recapitate dalla ditta Rr Puglia, ferma nella sua posizione di lasciare l’impianto a causa di un servizio poco remunerativo, i lavoratori si sono dati appuntamento all’ingresso dell’ospedale. Ed è già assemblea permanente. Ovvero occupazione, nottata compresa. Nessuno dei dipendenti è disposto ad abbandonare il presidio, fino a quando non si avrà certezza sul nome della ditta disposta a subentrare nel servizio, fino all’aggiudicazione della nuova gara per l’affidamento definitivo dell’appalto.

La posta in gioco è altissima e la soluzione proposta, appena ieri, dalla direzione generale dell’Asl di Lecce non poteva che essere respinta in blocco dai sindacati Cisal, Filcams Cgil e Uiltucs Uil: poiché il nuovo bando di gara, già pubblicato, prevede la chiusura del centro cottura presso il “Galateo”, il servizio potrebbe essere veicolato dalla cucina di un altro presidio. Cinque quelli che rimarranno in attività: Galatina, Gallipoli, Copertino, Casarano e Lecce.

Per il direttore Valdo Mellone, che non può permettersi il lusso di interrompere l’erogazione dei pasti per i pazienti ricoverati, questa era l’alternativa alla decisione di Rr Puglia di chiuder bottega e mandare i 16 dipendenti a casa. Fermo restando il rischio che la ditta si veda recapitare una denuncia per “interruzione di pubblico servizio”, ipotesi non scartata dalla Asl che ha diffidato l’azienda ad abbandonare l’impianto.san cesario - mensa ospedale 020-2

Niente da fare, però. Rr Puglia proseguirà fino a domani e poi stop. Tremano i lavoratori al pensiero di ritrovarsi tagliati fuori dal ciclo produttivo, perdendo ogni tipo di aggancio con l’appalto. Il loro licenziamento rischia di tradursi nella mancata applicazione della clausola sociale: regola che mira a mantenere i livelli occupazionali nel passaggio di testimone tra una ditta e l’altra. Senza perdere per strada nemmeno un posto di lavoro.

“La mensa dell’ospedale di San Cesario non può essere in nessun modo chiusa. – incalza il sindacalista Vito Perrone di Cisal – Per due ragioni: perché non ci possiamo permettere di mandare a casa 16 persone, e poi perché Rr ha l’obbligo di restare fino all’aggiudicazione della gara”. E a questo proposito, il sindacalista lancia l’allarme sul rischio ricorsi da parte delle aziende che parteciperanno. E non nasconde le proprie perplessità in merito ad base d’asta “giocata al ribasso”, per un prezzo di appena 12 euro e 30 centesimi a pasto quotidiano. L’azienda vincitrice, unica committente, si troverà a sostenere il costo di 240 dipendenti a fronte di una contrazione del numero dei pasti quotidiani, proporzionale al taglio dei posti letto negli ospedali.

Tradotto in soldoni, “è chiaro che questa sforbiciata ricadrà sulle spalle dei dipendenti cui, senza dubbio, sarà richiesto il sacrificio di ridurre le ore di lavoro”, aggiunge Perrone. E se occorre stringere i cordoni della borsa, bisogna farlo insieme: “Siamo disposti a vederci ridotto lo stipendio, – confermano gli interessati – ma non accetteremo mai il licenziamento”.

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