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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Otranto

Dopo l’“errore”, Pierpaolo Cariddi torna agli arresti domiciliari

Anche divieto di dimora per l'ex sindaco di Otranto, che resterà quindi confinato a Maglie. Una vicenda tortuosa nell'ambito dell'inchiesta “Hydruntiade”

OTRANTO – Errore emendato. Se così si può dire. Di fatto, sono stati disposti di nuovo gli arresti domiciliari, in più con divieto di dimora a Otranto, per Pierpaolo Cariddi, 56 anni, ex sindaco della Città dei Martiri, nell’ambito dell’inchiesta “Hydruntiade”. In precedenza, era stato accordato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria precedentemente.

La misura degli arresti domiciliari era stata revocata “per un mero errore materiale”, a causa dello scambio di persona rispetto alla richiesta presentata dal legale di un altro indagato nello stesso filone d’inchiesta. Ma ora che il giudice per le indagini preliminari Cinzia Vergine ha emanato un nuovo provvedimento, eseguito oggi sulla scorta delle risultanze di commissariato di polizia di Otranto e carabinieri della stazone locale, che sancirebbero una persistente la pericolosità sociale di Cariddi.

Insomma, tutto ripristinato. Con Cariddi che dovrà, peraltro, rimanere ristretto in un domicilio a Maglie, per via del divieto di dimora nella città cha ha governato fino a poco tempo addietro. Una vicenda tortuosa e dai tratti paradossali, visto che il provvedimento di revoca della misura cautelare dei domiciliari era stato nel frattempo impugnato dalla Procura di Lecce, con tanto di data fissata per il 17 gennaio davanti al Riesame. E, a quel punto, potrebbe accadere davvero di tutto.   

Pierpaolo Cariddi era stato arrestato lo scorso 12 settembre assieme al fratello Luciano, anch’egli primo cittadino di Otranto in passato, per la precisione dal 2007 al 2017, nell’ambito di un’inchiesta che ha visto in totale sessanta indagati per un presunto sistema d’affari illecito ai danni della pubblica amministrazione. L’ex primo cittadino dal 22 dicembre era passato dal carcere ai domiciliari, per poi tornare in libertà negli ultimi giorni del 2022, dopo circa cento giorni di detenzione preventiva.

Poi, la “sorpresa”: la sostituzione della misura, lo scorso 30 dicembre, che sarebbe stata stabilita per una “disattenzione” e con motivazioni relative a un altro indagato diverso da Cariddi, che aveva presentato richiesta di revoca del provvedimento restrittivo.

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