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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Fuori le auto dal chiostro", sit-in di protesta nell'atrio di Palazzo dei Celestini

Un sit-in per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di sgomberare, come chiesto a gran voce da alcuni esponenti politici, parte delle istituzioni e varie associazioni, l’atrio di Palazzo dei Celestini dalla presenza di auto

LECCE – Un sit-in per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di sgomberare, come chiesto a gran voce da alcuni esponenti politici, parte delle istituzioni e varie associazioni, l’atrio di Palazzo dei Celestini dalla presenza di auto. Alla protesta, promossa da Gigi Pedone (nell’occasione fermato e identificato dagli agenti di polizia) hanno partecipato i consiglieri comunali Carlo Salvemini (di Lecce Bene Comune) e Antonio Rotundo (del Pd), altri esponenti del Partito democratico locale, membri di varie associazioni, cittadini, ciclisti, e tutti coloro che sperano di riappropriarsi di uno degli edifici più belli del capoluogo salentino. Ognuno ha esposto un cartello con la scritta: “Fuori le auto dal chiostro”.

Continua a tenere banco dunque una querelle che si è sviluppata negli ultimi mesi, trovando risonanza tra membri delle istituzioni e mass media. Nei giorni scorsi erano stati in consiglieri del gruppo “Salento Bene Comune” a invitare gli inquilini di Palazzo dei Celestini (prefettura e provincia) a rivedere “l’accordo a suo tempo sottoscritto, evitando che all’interno del palazzo sia prevista la sosta di qualsiasi auto”, prevedendo “nel contempo unicamente la sosta temporanea di una aut ognuno, per motivi strettamente istituzionali”. Per Umberto Uccella, componente della direzione provinciale di Lecce del Pd, si tratta di una discussione stucchevole poiché, semplicemente, bisogna giungere al “divieto di parcheggio nell’atrio di Palazzo dei Celestini” e concentrarsi su problematiche più importanti.

Il prefetto ha più volte, sin da luglio scorso, espresso la “massima disponibilità a individuare insieme al presidente della Provincia una soluzione che concili le esigenze rappresentate dal Sovrintendente con quelle di fruizione dell’immobile in questione come sede di rilevanti competenze pubbliche”, chiedendo “alla sovrintendenza di avviare uno studio per il recupero del complesso monumentale che lo sottragga al degrado dovuto alle infiltrazioni di acqua piovana attraverso un adeguato intervento di restauro e l’apposizione di sistemi di dissuasione dei volatili”.

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