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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Parco Corvaglia: dirigente del Comune condannato in appello

Raffaele Attisani, all'epoca responsabile del settore Urbanistica, giudicato colpevole per false attestazioni nell'ambito del progetto di conversione del sito in area mercatale. Pena ridotta da 24 a 22 mesi

LECCE – Confermata anche nel processo d’appello la condanna all’ex dirigente del settore urbanistica del Comune di Lecce, Raffaele Attisani, sulle presunte false attestazioni nell’ambito del progetto relativo a Parco Corvaglia. I giudici della Corte d’appello di Lecce (presidente Vincenzo Scardia), hanno ridotto la pena da due anni a 1 anno e dieci mesi (pena sospesa).

Il procuratore aggiunto Ennio Cillo aveva chiesto la conferma della condanna a due anni di reclusione. In primo grado il giudice del tribunale monocratico aveva anche condannato l’ex dirigente “alla rifusione delle spese in favore delle costituite parti civili (rappresentate dall’avvocato Giuseppe Milli, che assiste 27 dei 28 residenti della zona, un altro è assistito dall'avvocato Leonardo Lanucara del foro di Taranto) al risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede”. Un risarcimento confermato anche in appello, sposando in pieno la linea della tesi delle parti civili.

L’accusata ipotizzata nei confronti di Attisani era di falso, poiché nella relazione tecnica della proposta di risistemazione del verde attrezzato pubblico, non avrebbe rappresentato in maniera esatta lo stato dei luoghi. Secondo i giudici l’ex dirigente del settore urbanistica avrebbe gonfiato il dato relativo alle aree destinate a verde attrezzato, computandola in un caso a 14.947 metri quadri anziché i reali 8.370, e nell’altro a 6.220 invece di 5.860, inducendo così in errore il Comune.

Nel progetto proposto in base al nuovo assetto urbanistico, Parco Corvaglia doveva essere distrutto per far posto a un'area mercatale. Quella su Parco Corvaglia era uno dei filoni d’inchiesta del sostituto procuratore Marco d’Agostino (oggi a Trani) sul polo umanistico e sul presunto voto di scambio alle elezioni comunali del 2007. In sede di udienza preliminare, però, il gup Carlo Cazzella dispose la trasmissione degli atti al pubblico ministero, che citò in giudizio gli imputati davanti al tribunale monocratico.

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