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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Pedopornografia: immenso scambio di file, un leccese nella mailing list

L'indagine, partita dal Veneto, ha portato sopratutto ad account esteri. Ma in tre casi sono stati scoperti soggetti italiani

LECCE – L’operazione è stata ribattezzata “Cloud Atlas”, ma con l’atlante delle nuvole del romanzo di David Mitchell, da cui è stato tratto anche l’omonimo film con Tom Hanks e Halle Berry, non condivide praticamente nulla, se non forse il concetto che azioni e conseguenze delle vite si intreccino nel tempo, giocando anche sul termine cloud (nuvola) che in gergo informatico si riferisce, fra l’altro, al paradigma di erogazione di risorse quali archiviazione e la trasmissione di dati.

Qui, dunque, “Cloud Atlas” è il nome preso in prestito per un’operazione su uno di fenomeni più odiosi della Rete, la diffusione di materiale pedopornografico. Al centro, in questo caso, la violazione di bambini anche molto piccoli.

L’inchiesta, condotta dalla polizia postale veneta, ha riguardato lo smistamento sistematico, per diverso tempo, di immagini e video dal contenuto indicibile su centinaia di account. I più sono risultati esteri, ma in tre casi si è trattato di italiani residenti fra le province di Torino, Lecce e Venezia.  

Sono ben 380 gli account individuati dagli investigatori, inseriti all’interno di diverse mailing list che  hanno ricevuto materiale pedopornografico in maniera continuativa tramite posta elettronica. L’indagine è nata lo scorso anno, dopo il ritrovamento di circa 800 immagini e quaranta video nel computer di un 30enne padovano. L’uomo fu perquisito e indagato per divulgazione di materiale pedopornografico.

Ebbene, il suo account era inserito all’interno di diverse mailing list risultate destinatarie di numerose e-mail contenenti file pedopornografici e link a spazi virtuali sui quali erano caricate immagini raffiguranti bambini coinvolti in atti sessuali. L’attenzione degli investigatori si è così spostata sull’individuazione degli altri account. Sono stati analizzati oltre 380 indirizzi di posta elettronica ed è emersa una sorta di rete transnazionale, consolidata e strutturata, volta allo scambio di materiale che definire osceno è persino un eufemismo.

Grazie anche alla collaborazione dei provider, sono stati estrapolati i dati relativi ai vari account: la maggior parte sono riconducibili a Paesi europei ed extraeuropei. Sono stati così comunicati ai rispettivi organi di polizia. Tra questi, però, sono stati identificati anche tre utenti italiani per i quali gli investigatori veneti hanno richiesto e ottenuto dalle Procure della Repubblica di  Torino, Lecce e Venezia i decreti di perquisizione locale e informatica. I controlli sono stati eseguiti nei giorni scorsi dalla Polposta di Taranto e dai compartimenti di Polizia postale e delle comunicazioni di Torino e Reggio Calabria.

In particolare, due di loro, residenti in parti opposte del territorio italiano, avevano avviato una fitta corrispondenza. Scambiavano materiale pedopornografico di continuo, tanto che gli agenti hanno scovato 900 video e 30mila immagini per un totale di quasi 32 giga, raffigurante scene di sesso tra minori e adulti. In alcuni casi, i soggetti coinvolti appaiono persino infanti o minori di 10 anni. Al momento sono in corso indagini per individuare altri account coinvolti nel turpe scambio.

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