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Cronaca

L’erosione della costa e della verità. Il commento

Rita Miglietta, architetto ed esponente dell'associazione Lecce Bene Comune interviene sulla questione della "chiusura" di interi tratti di costa rocciosa per rischio di cedimenti da parte della capitaneria

LECCE - Il dibattito odierno, schiacciato sulla polemica tra enti locali e sovraordinati, e tra questi e operatori balneari, continua ad erodere la verità. Quella che invece è scritta nelle ordinanze emesse dalla capitaneria di porto che impongono notevoli limitazioni alla balneazione e navigazione di alcuni tratti costieri, dove esiste il potenziale pericolo di dissesto idrogeologico ed instabilità della costa.

Già, l’ambiente non è solo un tema per il marketing, la costa non può essere ostaggio del respiro corto di una stagione balneare. E’ vero infatti che il Piano di assetto idrogeologico è stato approvato nel 2005: da allora – e sono passati 9 anni - gli enti locali avrebbero dovuto provvedere all’aggiornamento e verifica delle situazioni di rischio e pericolo individuate dal Piano, a procedere con analisi dettagliate alla revisione dei perimetri, oppure adoperarsi per avviare, insieme ad altri enti, le misure necessarie alla eliminazione o alla mitigazione dei fenomeni di pericolo e rischio.

E’ vero infatti che dal 2006 è in vigore la legge regionale 17 del 2006 “Disciplina della tutela e dell’ uso della costa”, strumento legislativo che sollecita, mediante la pianificazione regionale e comunale, ad individuare regole ed azioni per una corretta, sostenibile e sicura fruizione costiera. E’ vero che la Regione ha, in parte, fatto il suo: nel 2011 ha approvato il Piano regionale delle coste che impone ai comuni di redigere i piani delle coste entro 4 mesi dall'approvazione di quello regionale.

E’ vero che quasi nulla è stato fatto, la maggior parte degli enti locali non ha provveduto a rivedere le aree soggette a pericolo potenziale oggi interdette, non ha provveduto a rispondere alle richieste della  capitaneria, non ha provveduto ad attuare la pianificazione costiera. E’ vero che gli enti locali sono il primo presidio per la sicurezza e la qualità dell'ambiente.

Se leggiamo attentamente, le ordinanze chiedono ai Comuni molto più del posizionamento della cartellonistica di sicurezza, chiedendo di pianificare, di attuare le leggi, di tutelare la costa e il nostro diritto alla sua fruizione.

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