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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Tricase

Un “mi piace” su Instagram scatena la furia e partono pugni contro la ex fidanzata

Indagato per stalking e lesioni, un 19enne di Tricase è stato colpito da un divieto di avvicinamento alla ragazza con cui aveva avuto una relazione. Ieri , durante l’interrogatorio, si è avvalso della facoltà di non rispondere

TRICASE - Scatena la furia contro la ex, dopo aver notato che un ragazzo aveva messo un “mi piace” a sua una fotografia su Instagram: al rifiuto di lei di consegnargli il cellulare, le avrebbe sferrato schiaffi e pugni, trascinandola fuori casa per i capelli.

E’ questo l’apice della violenza raggiunto lo scorso 17 ottobre da un 19enne di Tricase, colpito nei giorni scorsi da un divieto di avvicinamento nei riguardi della giovane con cui aveva avuto una relazione.

Ieri, si è tenuto l’interrogatorio di garanzia dell’indagato che, assistito dall’avvocato Dario Paiano, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al giudice Angelo Zizzari, firmatario del provvedimento.

Stando alle carte dell’inchiesta, in cui sono ipotizzati i reati di stalking e lesioni, l’episodio sarebbe stato solo l’ultimo di una serie di vessazioni.

Da fidanzati, se la malcapitata non rispettava il suo divieto di uscire, le distruggeva il cellulare, la percuoteva e la sputava al volto, e se non gli consegnava somme di denaro, cercava di provocarle sensi di colpa, con frasi del tipo “non mi hai a cuore”, e l’aggrediva fisicamente.  

Sempre secondo l’accusa, il 19enne sarebbe stato possessivo al punto da costringere la vittima a stare sempre al suo fianco, non solo in casa. Le avrebbe, per esempio, imposto di lasciare il posto di lavoro qualora non l’avesse svolto insieme con lui, arrivando persino a minacciare il datore di lavoro che se non avesse provveduto ad assumerlo, avrebbe dato fuoco all’esercizio commerciale.  

Terminata la relazione, le cose sarebbero persino peggiorate. L’indagato avrebbe inviato su whatsapp foto scattate mentre era sotto casa sua, avvisandola che se, fosse uscita, per lei sarebbe stata la fine. Ma, lo scorso 17 ottobre, dalle parole sarebbe passato ai fatti, picchiandola e provocandole lesioni giudicate guaribili dai sanitari in sette giorni.

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