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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Picchiata all’ottavo mese di gravidanza: due anni di reclusione al fidanzato

E’ arrivata la sentenza nel processo col rito abbreviato discusso oggi nei riguardi di un 40enne leccese. Era accusato di stalking, lesioni personali e danneggiamento

LECCE - Non ha perso occasione di picchiare la sua donna,  anche quando era in dolce attesa. Lo ha fatto in quattro circostanze diverse, in una delle quali la malcapitata, all’ottavo mese di gravidanza, è stata strattonata e presa per capelli con una violenza tale da riportare ferite con prognosi di dieci giorni. Sono questi alcuni degli episodi che, lo scorso giugno, hanno determinato l’arresto in carcere (dove è tuttora detenuto) di un 40enne leccese (di cui omettiamo le generalità per tutelare la vittima e i suoi due figli) e oggi una condanna  a due anni di reclusione.

La sentenza (le motivazioni saranno note entro 90 giorni) è stata emessa questa mattina dal gup Giovanni Gallo nel processo che si è discusso col rito abbreviato (scelto dall’imputato, attraverso l’avvocato Federica Conte, a seguito del decreto di giudizio immediato, quindi senza il filtro dell’udienza preliminare,  disposto dal gip Cinzia Vergine).

Stando all’accusa, nulla avrebbe fatto desistere l’uomo dal malmenare la fidanzata, neppure il suo stato di gravidanza. E’ quanto sarebbe accaduto per tre volte, nel novembre del 2016, quando la donna era al sesto mese, e in un’occasione, nel gennaio 2017,  qualche giorno prima del lieto evento.

Le cose non sarebbero cambiate col tempo. Il loro rapporto sarebbe rimasto burrascoso e lui, pur essendo diventato padre, non avrebbe perso le vecchie abitudini. L’inchiesta racconta che il 23 marzo scorso, il 40enne, dopo aver raggiunto la vittima nelle vicinanze di una panineria a Lecce, l’avrebbe spintonata facendola cadere per terra e, afferrandola per il collo, l’avrebbe trascinata in ginocchio per dieci metri; nel frattempo, sarebbero volate offese e minacce di morte, non solo nei riguardi della donna, ma anche degli avventori per impedire che qualcuno di loro si avvicinasse per difenderla.

Oltre che di lesioni e di stalking, l’imputato rispondeva anche di danneggiamento, per aver colpito, il 23 marzo scorso, con un coltello a serramanico prima il finestrino dell’auto sulla quale viaggiava la donna, e poi per averle lanciato sul volto l’arma, provocandole così ferite alle labbra.

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