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Cronaca Galatone

Pistole, fucili e munizioni sotto il pavimento. Condannato a due anni e mezzo

A incastrare Fabio Lanzillotto, 31enne di Galatone, è stato prima il fiuto di una cane e poi le analisi eseguite sulle armi

LECCE – Nei guai per “colpa” di Olivia. Non il nome di un’avvenente donna, ma quello del cane delle fiamme gialle. La disavventura giudiziaria di Fabio Lanzillotto, 31enne di Galatone, inizia nel gennaio 2014 quando Antimo Marzano, 31enne di Galatone noto alle cronache locali, fu arrestato a gennaio dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Gallipoli in flagranza di reato per detenzione abusiva di armi.

I militari dell’Arma, coordinati dal capitano Michele Maselli, raggiunsero l’abitazione di Marzano per un controllo ordinario. Insospettiti dall’atteggiamento piuttosto nervoso dell’uomo, perquisirono i luoghi, dopo aver richiesto anche il supporto delle unità cinofile della compagnia della guardia di finanza di Lecce.

LANZILLOTTO FABIO-4Durante le verifiche non emerse nulla di irregolare. Un cucciolo delle fiamme gialle, all’interno del garage, avvertì però la presenza di “qualcosa”, iniziando ad abbaiare. Furono gli stessi militari a scorgere il punto che aveva attirato l’attenzione di Olivia. Un tratto della pavimentazione diverso dal resto delle mattonelle portò i finanzieri a chiarire che cosa vi fosse sotto quella colata, peraltro recente di cemento.

Una nicchia, ricoperta di legno, con all’interno un vero e proprio arsenale. Furono rinvenuti due fucili a canne e calcio mozzato, chiusi dentro buste di cellophane e un borsello con due pistole. Uno dei fucili e una delle pistole sono risultate essere con matricola abrasa, mentre l’altra è risultata essere tipo “soft air” e quindi di libera vendita, seppur priva del necessario tappo rosso, previsto dalla legge. Assieme alle armi, spuntarono anche numerose munizioni sia per la pistola, 70 munizioni calibro 7,65, sia 40 calibro 12 per i fucili.

Dall’analisi di quelle armi gli inquirenti sono risaliti a Lanzillotto, è stato condannato a due anni e emzzo con il rito abbreviato dinanzi al gup Stefano Sernia. Per la stessa vicenda Marzano ha patteggiato una condanna a 4 anni.

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