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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Poggiardo

Due colpi d'arma contro auto, ma il vero obiettivo era la ditta alle spalle

E' successo in serata a Poggiardo. Colpita da due proiettili calibro 7.65 una Citroen, ma a quanto pare la vera destinataria dovrebbe essere l'azienda di infissi "Tarantino" di fronte alla quale era parcheggiata, che già il 7 luglio era stata presa di mira da tre pistolettate. Sul posto i carabinieri

POGGIARDO – Due colpi d’arma da fuoco, indirizzati contro la fiancata di una Citroen. In realtà, e di questo gli investigatori sono quasi sicuri, la proprietaria dell’auto non dovrebbe aver alcun legame con la vicenda in questione.

Il vero destinatario del “messaggio” intimidatorio, piuttosto, potrebbe essere l'attività alle spalle del quale la donna aveva posteggiato il veicolo, la ditta di infissi "Tarantino" nella zona industriale di Poggiardo. E non è una deduzione in cerca di conferme, ma sostanzialmente una certezza dettata da un precedente di qualche giorno addietro.

La mattina del 7 luglio scorso, infatti, sulla saracinesca di quella stessa ditta, erano già stati scoperti ben tre colpi di pistola esplosi nel corso della notte. 

Insomma, si può presumere che la stessa mano sia entrata in azione a distanza di poco più di una settimana, ma che l’autore dei colpi d’arma o non sapesse che l’auto non apparteneva al titolare della ditta, oppure che abbia premuto il grilletto da un mezzo in corsa, magari da una moto, non centrando l’obiettivo reale perché coperto proprio dal veicolo.

D’altro canto, va anche aggiunto che il tutto è avvenuto questa volta in un orario insolito (tardo pomeriggio o prime ore della sera) perché la scoperta è stata fatta alle 20. Immaginare lo sgomento quando, ritornando a prendere l’auto, la donna s’è ritrovata uno sportello impallinato.

Sul posto sono giunti i carabinieri che hanno immediatamente intuito cosa potesse essere realmente accaduto e chi potesse essere il destinatario.

Hanno quindi reperito due bossoli, calibro 7.65 e ascoltato il titolare della ditta, che, dal canto suo, ha confermato quanto già detto in occasione del primo intervento: non avrebbe mai subito minacce, telefonate intimidatorie o particolari richieste. Sul caso indagano i militari della stazione locale e del Norm di Maglie.

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