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Cronaca

Polacco morto al "Fazzi", polemiche su controllo area

La polizia ha depositato le carte in Procura. Formalmente conferito l'incarico per l'autopsia. Intanto, il Tribunale dei diritti del malato chiede chiarimenti all'Asl e alla direzione dell'ospedale

LECCE - Questa mattina gli investigatori della squadra mobile di Lecce, diretti dal vicequestore Michele Abenante, hanno depositato presso la Procura le risultanze della prima parte dell'indagine compiuta per cercare di fare luce sulla morte di Tadeusz Konrad Palarz, il cittadino polacco senza fissa dimora, il cui corpo è stato trovato in avanzato stato di decomposizione nel pomeriggio del 18 luglio all'interno del recinto dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, in mezzo a copiose sterpaglie, a ridosso di un ingresso secondario che conduce verso la camera mortuaria (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=28912). L'identificazione dell'uomo, deceduto a 48 anni, è avvenuta solo ieri, grazie ad una badante polacca che l'ha dal dettaglio delle scarpe, da lei stessa regalategli in passato (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=28921).

Non vi sono, per il momento, novità sostanziali. Per avere un quadro completo della situazione, e comprendere le prossime mosse, bisognerà attendere l'esito dell'autopsia. Il pubblico ministero che ha in mano il fascicolo, Giorgio Lino Bruno, ha formalmente conferito l'incarico al medico legale Alberto Tortorella. Le prime ispezioni sul cadavere non hanno lasciato presagire una morte violenta. Il clochard polacco non avrebbe subito aggressioni. Potrebbe essere deceduto per morte naturale o in seguito ad una caduta. Ma sarà l'autopsia a fornire, probabilmente, un quadro più chiaro. Dall'autopsia dipenderà anche la linea definitiva da dare all'indagine.

Nel frattempo, però, sono già in molti a ritenere grottesca la vicenda, da qualunque prospettiva si guardi. Non solo esponenti politici (la senatrice Adriana Poli Bortone di Io Sud ha inviato un'interrogazione al ministero della Salute, il Pdl regionale ha sollecitato l'apertura di un'inchiesta interna), ma anche associazioni. Come il Tribunale per i diritti del malato di Lecce (facente capo a "Cittadinanzattiva", associazione dei consumatori). Che segue "con interesse e apprensione la vicenda", commenta. "Una situazione spiacevole che necessita un rapido chiarimento di quanto è avvenuto".

"Preso atto che l'uomo in questione firmò volontariamente le proprie dimissioni dal reparto di malattie infettive in data 10 giugno - dice il responsabile di Lecce, Alessandro Finisguerra -, troviamo comunque incredibile che per oltre un mese, periodo decorso dalla morte, stando alle prime note di stampa, nessuno abbia notato la presenza dell'uomo in un'area pubblica. Questo è indice di una scarsa attenzione agli spazi verdi interni del presidio ospedaliero, evidentemente abbandonati per lunghi periodi all'incuria. Inoltre - conclude -, desideriamo avere contezza sulle modalità di cura e vigilanza delle aree del nosocomio leccese nelle quali non è accettabile che venga ritrovato un cadavere dopo così tanto tempo". La nota è stata inviata al direttore sanitario dell'ospedale, Giampiero Frassanito, al nuovo direttore generale, Valdo Mellone e al direttore sanitario dell'Asl di Lecce, Franco Sanapo.

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