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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"U Tannatu": la fuga di mezzanotte dal Policlinico finisce con una frattura

Un lancio dalla finestra. Marco Barba, gallipolino, recente condanna anche per omicidio, ha spiegato che voleva farla finita. Ma la penitenziaria sospetta un tentativo di evasione. Era ricoverato per un intervento

BARI – Con una gamba fratturata, impossibilitato ormai a proseguire oltre, agli agenti di polizia penitenziaria ha riferito che la sua intenzione era di farla finita. Ma loro sospettano ben altro, considerando la dinamica (il lancio da una finestra sul terrazzino sottostante), ovvero un disperato tentativo di fuga, sfruttando la circostanza di essere ricoverato nel Policlinico di Bari per un intervento chirurgico.

Protagonista della vicenda è un pezzo da novanta delle cronache salentine, Marco Barba, gallipolino, 45enne, alias “U Tannatu”, ex pentito della Scu, di recente condannato anche in appello a trent’anni di reclusione per l’omicidio del marocchino 41enne Khalid Lagraidi e a dieci per tentata estorsione e stalking ai danni dell’imprenditore e politico gallipolino Sandro Quintana, oltre che per detenzione di armi e munizioni e danneggiamento a seguito di incendio.

La clamorosa rivelazione sull’episodio arriva dalla segreteria nazionale del Sappe, una delle sigle sindacali degli agenti di penitenziaria. Che oggi punta il dito, attraverso il segretario Federico Pilagatti: “Cosa deve accadere ancora prima che  l’amministrazione penitenziaria e i responsabili dell’Asl prendano dei provvedimenti concreti? Da mesi, se non anni, il Sappe, sindacato autonomo  polizia penitenziaria, denuncia la grave situazione che si vive nel carcere di Bari a seguito della grave carenza di personale che costringe a diminuire la sicurezza a livelli molto pericolosi; e nonostante ciò grazie al coraggio dei poliziotti,  tanti eventi critici vengono risolti con professionalità ed umanità”.

Problemi simili vengono narrati quasi quotidianamente anche per altre carceri pugliesi (quello di Lecce in primis), ma, al di là del dato, resta la cronaca. Che, anche se solo in parte, ricorda un’altra fuga incredibile, quella riuscita, di Fabio Perrone, detto “Triglietta”, trepuzzino (oggi 45enne), anch’egli un omicidio e un tentato omicidio alle spalle, con pena da scontare. Solo che Perrone, sfruttando una visita al “Vito Fazzi” di Lecce, seminò il panico sottraendo una pistola a un agente di scorta, sparando all’impazzata, e poi rendendosi latitante per diverso tempo, prima di essere catturato.  

Barba-Marco-12Molto più nella norma - se così si può dire -, ma non per questo meno eclatante, considerando anche la caratura del personaggio, il tentativo messo in atto da Barba (a meno che realmente non abbia tentato il suicidio; nel lontano 2012 lo fece). Per Barba era previsto un ricovero programmato per un intervento. Ieri pomeriggio, spiegano dal Sappe, era quindi uscito dal carcere per essere  accompagnato presso il nosocomio barese, nel reparto di Chirurgia toracica. E qui è rimasto piantonato da soli due agenti. Fuga di mezzanotte, si può ben dire, richiamando alla mente il titolo di un noto film del 1978 di Alan Parker. Perché erano le 24 circa, e mancava poco alla fine del turno, quando, approfittando di una finestra aperta, c’è stato il balzo felino sul terrazzino sottostante. Ma Barba s’è fratturato una gamba nell’atterraggio. I poliziotti a quel punto hanno lanciato l’allarme e sono subito arrivati sul posto, bloccandolo.

Dura la denuncia del Sappe sul sistema

Il Sappe coglie l’occasione, partendo da questa vicenda, per stigmatizzare quella che definisce “disinvoltura” nel modo in cui, in generale, diversi detenuti verrebbero  inviati presso le strutture esterne ospedaliere per motivi di salute che non sempre si rivelerebbero così gravi da giustificare il trasferimento (spesso, dopo un un breve passaggio al pronto soccorso, rientrano in carcere). Almeno per quanto riguarda Bari, il sindacato aggiunge che tutto questo avverrebbe nonostante un incremento delle risorse sanitarie a disposizione del carcere. “Sia chiaro – aggiunge Pilagatti: i detenuti devono essere curati con la massima attenzione, nel rispetto delle leggi, anche di  quelle che prevedono il ricorso a strutture esterne come extrema ratio. Quanto accaduto, però, non può far riflettere su una situazione diventata incandescente, pronta a scoppiare in qualsiasi momento, poiché potrebbe coinvolgere anche innocenti cittadini che hanno la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato, nel momento ancora più sbagliato”.

"Il ricovero fatto in un momento sbagliato"

E anche il ricordo di Pilagatti va al caso di “Triglietta”, che evase seminando il terrore  tra pazienti, loro parenti, medici e infermieri. “Il ricovero del detenuto che ha tentato l’evasione sarebbe stato programmato – aggiunge il segretario del Sappe; perché  - si chiede - non è stato  fatto in mattinata dal personale del nucleo traduzioni e piantonamenti, che da un punto di vista professionale è più preparato per questo tipo di servizi? Semplice – spiega egli stesso -: a causa della carenza di personale e degli innumerevoli impegni”. Ovvero, traduzioni presso le aule di giustizia, visite specialistiche ambulatoriali, piantonamenti di detenuti, e via dicendo. “Così, si è scelto il pomeriggio, orario molto delicato per il carcere di Bari, poiché il personale in servizio è ridotto all’osso, ma nonostante, ciò si sarebbero tolte unità dal servizio nelle sezioni detentive, per poi mandarlo allo sbaraglio, visto che tali unità non verrebbero  impegnate nei piantonamenti”.

E in un’estate che si preannuncia torrida, il Sappe, infine, rimarca come nonostante  le proteste presso i vertici dell’amministrazione penitenziaria siano costanti,  le carceri pugliesi continuano ad essere le più affollate d’Italia. Si calcola che la media del sovraffollamento regionale si di circa  il 65 per cento: 3mila e 700 presenze a fronte di 2mila e 300 posti.

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