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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Politici e cocaina, Motta precisa: nessuna evidenza

Il capo della Procura interviene dopo la querelle di questi giorni. "Infondate le notizie su conversazioni e osservazioni dirette riguardanti acquisti di droga da parte di esponenti politici locali"

LECCE - Cocaina e stupefacenti in genere, con politici locali coinvolti? Dalla Procura di Lecce arriva una categorica smentita. Non esiste niente di tutto ciò. O, meglio, non esisterebbe alcuna intercettazione particolare, né sarebbe anche solo stata osservata, durante le indagini, la vicinanza di esponenti politici con presunti affiliati alla Scu, arrestati di recente dai Ros di Lecce nel corso dell'operazione "Augusta", per affari illeciti. E la smentita proviene direttamente da Cataldo Motta. Il capo della Procura della Repubblica di Lecce, in una lunga nota stampa, parla espressamente di "infondatezza", in merito alle notizie che si sono rincorse in questi giorni.

Notizie che vedono al centro, come noto, "conversazioni, riguardanti acquisti di cocaina o che trattino argomenti relativi ad essa o ad altre sostanze stupefacenti, con parlamentari e amministratori comunali che sarebbero state intercettate nel corso delle indagini della cosiddetta operazione Augusta". E, dunque, Motta spiega che "non è stata intercettata e non c'è negli atti delle indagini alcuna conversazione telefonica o tra presenti e non è risultato - neanche durante i servizi di osservazione - alcun contatto dal quale possa ritenersi, ricavarsi o comunque desumersi che- alcun politico, parlamentare, consigliere o assessore comunale, provinciale o regionale avesse acquistato, acquistasse o dovesse acquistare qualsivoglia tipo di droga ovvero ne avesse fatto, ne facesse o dovesse farne uso".

Il terremoto mediatico che n'è nato ha fatto tremare fin nelle fondamenta, in questi giorni, i palazzi della politica locale. In particolare, il Comune di Lecce, dove diversi esponenti della maggioranza a Palazzo Carafa hanno deciso di allontanare ogni sospetto, sottoponendosi a test antidroga e divulgando pubblicamente le analisi.

"Le uniche conversazioni cui partecipino esponenti della politica o nelle quali a loro si faccia riferimento - spiega ancora il procuratore della Repubblica Cataldo Motta - trattano esplicitamente di argomenti leciti riguardanti l'acquisto di un paio di occhiali da parte di Gabriele Rizzo (53enne, leccese, è uno degli indagati nel filone: https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=30328) presso un negozio di ottica (dicembre 2007-gennaio 2008), il pagamento di fatture per servizi resi dalla società Iron Service nel 2006/2007 (la società di guardiania che farebbe capo ad altri indagati, Ivan Firenze e a Salvatore Rizzo, e che sarebbe stata da loro imposta a diversi commercianti) ed il rilascio a Sergio Greco di un documento con le sue generalità (verosimilmente per l'accesso allo stadio)".

Inutile dire che le dichiarazioni di Motta solleveranno un nuovo polverone, a livello politico, dopo la fuga di notizie iniziale, nonostante fin dalle prime ore si sapesse comunque che non c'erano tracce di nomi dei politici negli atti ufficiali, ossia l'ordinanza emanata dal gip Alcide Maritati e nell'informativa dei Ros alla Procura. Qualcuno aveva però avanzato l'ipotesi della presenza di incisioni su nastri nel corso di anni di intercettazioni ambientali. Altri, avevano dato per certa l'esistenza di questi contatti. Ma il procuratore Motta, con un vero e proprio colpo di scena, ha deciso di allontanare ogni ombra.

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