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Cronaca Porto Cesareo

A caccia di ricci nell'area protetta, scatta il blitz contro la pesca di frodo

Guardia costiera, carabinieri e operatori del consorzio che tutela l'Amp di Porto Cesareo hanno "pizzicato" alcuni soggetti che stavano facendo razzie nel fondale. Ovviamente, in vista delle festività pasquali

PORTO CESAREO – Nulla riesce a fermare la pesca di frodo, a quanto pare. Nemmeno una pandemia  globale. Perché in questi giorni prossimi alle festività di Pasqua, per quanto si possa festeggiare, il tentativo di racimolare guadagni portando sulle tavole dei salentini qualcosa di prelibato, come i ricci di mare, è irresistibile. Andando a prelevarli, peraltro, nel luogo dove sorgono i divieti più assoluti, nell’Area marina protetta di Porto Cesareo.

Video | In azione contro i pescatori

E così, fin dall’alba di oggi, dopo aver subodorato movimenti sospetti, militari della guardia costiera dell’ufficio locale marittimo di Torre Cesarea, carabinieri cesarini e operatori del consorzio di gestione dell’Area marina protetta, hanno fatto scattare un blitz mirato. Osservando ogni spostamento nello specchio di mare tutelato di alcuni soggetti usando anche il sistema di video sorveglianza in dotazione da tempo e già tornato molto utile in altre circostanze.

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Al termine delle operazioni, in quattro sono stati sanzionati proprio per l’infrazione del decreto riguardante l’emergenza Covid-19. A tre di loro, sono state contestate violazioni marittime. E’ poi scattato il sequestro amministrativo di attrezzatura da sub e di 2mila e 500 ricci già pescati, per sanzioni fino a 6mila euro.

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L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba, quando i pescatori di frodo, a bordo di imbarcazioni, hanno raggiunto il sito, sprezzanti dei divieti imposti dalle leggi di tutela della riserva marina. Fra l’altro, non nuovi del “mestiere”, visto che i più fra i fermati annoveravano già contestazioni per violazioni simili. Dopo il blitz, migliaia di ricci di mare sono tornati in acqua, visto che ancora vivi. E va detto che lo strumento della videosorveglianza, promosso dal ministero per ostacolare le pratiche illegali nella riserva, continua a rivelarsi fondamentale per prevenire razzie.

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