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Poste, nuovi tagli in arrivo. Il sindacato Uil: “Rischio caos per il recapito”

I sindacati Uil e Uil Poste scrivono al presidente della Provincia ed ai sindaci: “Il nuovo piano di riorganizzazione comporterà la scomparsa di 41 zone di recapito e 67 posti di lavoro. L’azienda nonostante gli utili non investe”

LECCE - Drastico taglio del servizio postale nella provincia di Lecce: a partire dal prossimo 10 giugno, scompariranno ben 41 zone di recapito con la conseguente perdita di altrettanti posti di lavoro e l’aumento del carico per i portalettere con possibili disservizi e disagi per gli utenti. A lanciare l’allarme sono i sindacati Uil e Uil Poste Lecce che scrivono al presidente della Provincia Antonio Gabellone e ai sindaci dei comuni interessati per sollecitare un intervento nei confronti dell’azienda.

“C’è il serio rischio - spiegano Salvatore Giannetto e Oreste Amante, rispettivamente segretari provinciali di Uil e Uil Poste– che il servizio recapito, già oggetto di pesanti tagli negli anni passati, vada in tilt. Anche se i tagli previsti non si traducono in licenziamenti, poiché parte del personale sarà reimpiegato nella sportelleria mentre per altri si ricorrerà alla mobilità volontaria o d’ufficio, si tratta comunque di posti di lavoro che non saranno più rimpiazzati”.

Lo stesso discorso vale per altri 26 addetti alle lavorazioni presso il Cpo (centro postale operativo) di Lecce, che non saranno più sostituiti: “Complessivamente con l’entrata in vigore del nuovo piano di riorganizzazione di Poste italiane subiremo la perdita di 67 posti in tutta la provincia”.

Nel dettaglio Lecce perderà 7 zone di recapito (da 65 a 58); a Galatina, dov’è previsto l’accorpamento con Sannicola, si passa da 14 a 12; a Nardò, dove è previsto l’accorpamento con Galatone e Santa Maria al Bagno, vengono meno in totale 3 zone di recapito (da 20 a 17); Tricase passa da 23 a 20 e Copertino da 10 a 9. Carmiano, Monteroni, Martano, Melendugno, Vernole, Aradeo, Corigliano D’Otranto, Parabita, Racale, Ruffano, San Cassiano e Gallipoli ne perdono rispettivamente una. E ancora Casarano, che ad oggi conta 18 zone di recapito, viene accorpato con Matino (5 zone), ma subirà un taglio complessivo di tre zone di recapito (da 23 a 20). Castrignano del Capo, accorpato con Gagliano del Capo, ne perde  una (da 6 a 5); accorpate anche le zone di recapito di, Bagnolo, Cannole, Cursi e Muro Leccese sul Centro distribuzione di Maglie che passeranno da 17 a 14, e di Alezio e Tuglie, che passano complessivamente da 6 a 5. Anche le zone di recapito di Campi Salentina e Novoli saranno accorpate e di 14 complessive ne resteranno 12. Idem per Cutrofiano e Sogliano Cavour, dove le zone di recapito passano da 6 a 5.

Oreste Amante ha quindi scritto una lettera all’indirizzo dei sindaci e del presidente della Provincia Antonio Gabellone in cui ricorda che il progetto di riorganizzazione dei servizi postali e della logistica è stato avallato da un accordo sindacale nazionale siglato il 28 febbraio 2013, che Uil Poste (unica e sola nel panorama sindacale) non ha voluto sottoscrivere.

“La nostra contrarietà ruota intorno alla consapevolezza che, nonostante nel nostro Paese e non solo, da tempo si registri un costante trend negativo dei volumi postali derivanti dal calo degli invii pro-capite, si sarebbero dovute e potute esplorare altre strade – scrive il segretario -. Individuare ben altre soluzioni, sicuramente più coraggiose e lungimiranti, per fronteggiare la crisi, invece di avvitarsi entro una spirale perversa di tagli senza fine. Ed il tutto a discapito della qualità del servizio”.

“A più riprese, negli anni scorsi, abbiamo affrontato responsabilmente la crisi del settore ricorrendo ad articolati progetti di riorganizzazione che hanno fatto emergere, a causa di cospicui tagli, notevoli eccedenze di personale riconvertite professionalmente in altre divisioni aziendali – prosegue la missiva -. Non si erano ancora del tutto dispiegati gli effetti di tale ultima riorganizzazione, che l’azienda ha avanzato un nuovo e più pesante piano di efficientamento, da realizzarsi al più presto. Un altro intervento, ancora più drastico dei precedenti, giustificato, a giudizio aziendale, dalla galoppante crisi del prodotto postale cartaceo e dagli effetti caotici generati dalla completa liberalizzazione del mercato”.

“Dopo alterne vicende, il 28 febbraio 2013 si è giunti alla firma separata dell’accordo. Fin qui la storia degli avvenimenti accaduti, utili per inquadrare, nella giusta cornice, le motivazioni del nostro dissenso – aggiunge il segretario -. È proprio l’esperienza maturata dalle intese precedenti che ci ha sconsigliato di ricercare e ripercorrere vecchie ed inadeguate soluzioni. Non ha alcun senso, infatti, perseguire la logica stringente dell’efficienza fine a se stessa se non la si accompagna con importanti e coraggiosi progetti di rilancio, innovazione e sviluppo del servizio postale”.

“Solo l’investimento in nuovi settori, quali l’e-commerce, il corriere espresso e quant’altro disponibile in nuove tecnologie e nuovi servizi integrati - prosegue - ,può risollevare la crisi del prodotto postale. I soli tagli, infatti, non hanno arginato la crisi e rilanciato le sorti del recapito in Poste italiane. Hanno invece impoverito e multato ulteriormente la capillarità della sua rete determinando unicamente, come riportato costantemente dai giornali locali, lo scadimento della qualità del servizio reso ai cittadini”.

La Uil Poste invita le istituzioni a supportare la propria azione di sensibilizzazione rispetto al “non giustificato operato di un’azienda leader nel mercato nazionale ed europeo, che nonostante l’ennesimo utile di bilancio, pari ad oltre un milione di euro, si sottrae a giusti e proficui investimenti necessari al rilancio del servizio postale”.

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