Dai pranzi agli ingressi nei lidi: ecco come gli imprenditori avrebbero ricompensato i carabinieri “amici”
Nella lunga ordinanza di custodia cautelare, eseguita ieri dalla guardia di finanza, c’è la ricostruzione dei rapporti intessuti con appartenenti alle forze dell’ordine dai due principali indagati
GALLIPOLI - Accessi in stabilimenti balneari e soggiorni in hotel, cene e pranzi, prestiti in denaro: sono queste alcune delle utilità di cui avrebbero beneficiato alcuni appartenenti alle forze dell’ordine in cambio dei loro “servigi” agli imprenditori finiti ieri ai domiciliari col braccialetto elettronico (qui, la notizia degli arresti).
Nella copiosa ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Marcello Rizzo, lunga circa 800 pagine, sono numerosi i passaggi dedicati al ruolo svolto, in particolare, da due carabinieri, per i quali sono state disposte le misure di sospensione dall’esercizio di pubblico ufficiale per un anno e il divieto di dimora nel comune di Gallipoli.
A uno di questi, il luogotenente Corrado Salvatore, in servizio presso il comando provinciale di Lecce, è contestato il reato associativo. Secondo le indagini condotte dal pm Alessandro Prontera con la guardia di finanza, il militare avrebbe partecipato all’organizzazione, al cui vertice ci sarebbe stato Cesario Faiulo, spalleggiato da Emanuele Piccinno. Nello specifico, seguendo le direttive di quest’ultimo, si sarebbe attivato per scoprire eventuali procedimenti penali a loro carico, verificando per esempio se vi fossero indagini in corso sulla Fama s.rl. (facente capo a Faiulo), riguardo alla realizzazione del complesso immobiliare “Vita Bella” a Gallipoli.
Salvatore avrebbe, dunque, effettuato accessi abusivi alla banca dati dell’Sdi (sistema di indagine) del suo ufficio e avrebbe rivelato notizie coperte da segreto, come di una denuncia per truffa presentata nei riguardi di Faiulo e del fatto che fossero in corso accertamenti della magistratura nella struttura ricettiva e discoteca Ten a Gallipoli, a lui riconducibile.
Ma non finisce qui. Avrebbe cercato di carpire informazioni “segrete” attraverso una collega in servizio in Procura e sarebbe stato proprio lui, venuto a conoscenza, da uno scambio di battute con un magistrato che non fosse "ben visto", a suggerire a Piccinno di dimettersi dalla carica di assessore, con delega al turismo. Cosa che avvenne nel luglio del 2018.
Le ricompense ricevute dal militare, tra il 2019 e il 2010, sarebbero state diverse: accessi gratuiti in stabilimenti balneari; pescato di valore (come gamberoni); pranzi in un ristorante e una cena (nello stesso ristorante) dal costo di 120 euro per una familiare e tre suoi amici; un prestito di 5mila euro in contanti da Piccinno.
Quanto a Vincenzo Zuccheroso, appuntato in servizio presso il Nor della compagnia dei carabinieri di Gallipoli, è descritto nelle carte dell’inchiesta come “terminale” locale. In particolare, nel luglio del 2019, avrebbe, tramite Piccinno, fatto pressioni su Faiulo e la moglie, prospettando conseguenze negative sul piano penale con controlli mirati sulla gestione della sicurezza del lido Zen, qualora non fosse stata assecondata la sua richiesta di trovare una sistemazione lavorativa a una parente nella spa dell’hotel Victoria.
Il militare avrebbe anche inviato a Piccino i filmati ripresi dai suoi colleghi nella struttura, durante l’attività di osservazione e controllo e, il 10 agosto del 2019, dopo averlo incontrato in un bar a Parabita e aver ricevuto due saraghi e un chilo di triglie, avrebbe rivelato a quest’ultimo i controlli in programmazione della sua compagnia e, qualche giorno dopo, dell’imminente “visita” dei carabinieri del Nas.
Secondo i riscontri investigativi, non sarebbero stati questi i soli appartenenti alle forze dell’ordine di cui si sarebbero avvalsi i due uomini d’affari.
Tra i 51 indagati, ci sono anche: un militare della compagnia del Nor di Gallipoli, ritenuto responsabile di un accesso abusivo al Sid; un poliziotto del commissariato di Taurisano che si sarebbe prestato ad eseguire controlli strumentali contro i concorrenti del Coffe Bet, a Miggiano, di Piccinno, ricevendo in cambio il soggiorno nell’hotel Victoria, in più occasioni, tra maggio e luglio del 2020, frutti di mare e sushi; un finanziere della tenenza di Tricase che, a seguito di una verifica nell’esercizio “Media Point” di Piccinno, a Miggiano, svolto nell’estate del 2019, avrebbe omesso di inoltrare all’ispettorato del lavoro la presenza di lavoratori in nero, ricevendo in cambio cinque biglietti d’ingresso a un parco acquatico.
Faiulo e Piccinno avrebbero inoltre cercato di inquinare anche per altre vie la macchina della giustizia, sondando attraverso terzi, come politici, la possibilità di avvicinare magistrati requirenti e giudicanti, scegliendo per esempio un difensore più adeguato a perseguire lo scopo.