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Cronaca

Pratiche commerciali ingannevoli con “Spot&Go”, multa da 200mila euro

Nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, dopo l’esposto presentato da Aeci, il progetto della società “Pubblicamente srl” di Racale

LECCE - E’ di duecentomila euro, la multa comminata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato alla società "Pubblicamente srl" di Racale, in merito al progetto "Spot&Go" che garantiva di diventare proprietari di un’auto a "costo zero" (o fortemente ridotto). E’ questo l’esito della procedura avviata dopo l’esposto presentato da Aeci (Associazione europea dei consumatori indipendenti) con il quale si chiedeva di verificare l'eventuale sussistenza di pratiche commerciali scorrette.

E proprio in seguito agli accertamenti, il Garante ha rilevato che “la condotta posta in essere da Pubblicamente, concernente la promozione sul proprio sito web dell’offerta commerciale “Spot&Go”, integra una pratica commerciale scorretta e ingannevole in violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo per via del mancato assolvimento dell’onere di chiarezza e completezza informativa, nonché idonea a indurre in errore i consumatori sotto il profilo dell’effettiva natura e convenienza dell’offerta reclamizzata”.

In particolare, l’iniziativa veniva presentata sul sito web (https://www.spotego.it) con claim del tipo “Con Spot&Go potrai avere un’auto nuova a costo zero”, “La rivoluzione dell’auto a costo zero da oggi ha un nome. Il tuo”, con l’impegno di corrispondere ai consumatori il rimborso mensile di 360 euro, per la durata di 60 mesi, a titolo di remunerazione per la prestazione di un servizio pubblicitario sulle autovetture tramite l’applicazione di pellicole (il cosiddetto wrapping) e di un magnete pubblicitario amovibile sulla portiera.

Solo al link (https://www.spotego.it/auto-a-costo-zero/come-averla\index.html) era precisato, attraverso il richiamo dell’asterisco e in caratteri inferiori a quelli normalmente usati, che “L’intera operazione sarà da ritenersi “a costo zero” entro l’importo complessivo di 21.600 euro. In eccedenza di tale somma, l’operazione sarà da ritenersi a rientro parziale”. Per l’adesione alla community “Spot & Go” e per lo svolgimento dell’attività pubblicitaria, ciascun membro (denominato ambassador) era tenuto al versamento di un contributo di  4.400 euro per le applicazioni pubblicitarie (o “costi wrapping”) e di 1.370 euro per i costi di gestione, per un totale di 5.770 euro.

La partita non è finita qui, perché l’azienda ha già annunciato che cercherà di far valere le proprie ragioni davanti al Tar.

Non è escluso che la vicenda possa avere sviluppi di natura penale. Sono 100 (60 dei quali salentini) gli utenti (che avevano sposato l'iniziativa) che nelle scorse settimane hanno bussato allo studio dell'avvocato Francesca Conte.

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