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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Guagnano

Direttrice di banca a processo per non aver fornito documenti: precisazioni di Bpp

La direzione dell’istituto di credito ha inoltrato una nota agli organi di stampa a seguito dell’articolo pubblicato lo scorso 29 luglio. La pubblichiamo integralmente di seguito

LECCE – A seguito del nostro articolo, pubblicato su LeccePrima lo scorso 29 luglio e relativo al rinvio a giudizio di una direttrice di filiale accusata di aver omesso la consegna di documenti, la Banca Popolare Pugliese ha inoltrato una nota agli organi di stampa nella quale fornisce alcune precisazioni. La pubblichiamo integralmente di seguito:

“Nei giorni scorsi alcuni organi di informazione locali si sono occupati della emissione di un decreto di citazione nei confronti della responsabile di una filiale della Banca Popolare Pugliese, della quale sono stati ingiustificatamente forniti anche i dati personali. Negli articoli dedicati al fatto sono state messe in evidenza informazioni di parte dal contenuto equivoco in cui sono adombrate fattispecie riconducibili a comportamenti usurari. Tutte le vicende riferite troveranno certamente adeguato chiarimento e soluzione nelle sedi opportune.

In considerazione del fatto che alcuni dati che Vi sono stati, evidentemente, riferiti non corrispondono alla realtà, appare doveroso fornire alcune puntualizzazioni e chiedere che vengano diffuse con pari rilievo, sia pur tardivamente in ragione della mancata verifica preventiva delle fonti che sarebbe stata da parte nostra auspicabile: il soggetto che assume di essere stato danneggiato aveva già denunziato altro responsabile di filiale di questo Istituto per usura e il relativo procedimento si è concluso con sentenza ampiamente assolutoria, dopo ben due gradi di giudizio. Il medesimo aveva inoltre sporto denunzia nei confronti dei vertici di questo Istituto per usura ed altro e la relativa vicenda si è conclusa con richiesta e ordinanza di archiviazione. Nell’ambito della stessa vicenda si dava atto che il pm procedente, su richiesta del denunziante, e contrariamente a quanto asserito dallo stesso, aveva già sequestrato e, ovviamente, messo a disposizione la documentazione bancaria idonea e sufficiente a sostenere le esigenze probatorie; anche in questo caso l’accusa di usura è stata ritenuta insussistente. Siamo quindi al terzo tentativo e sarà ancora una volta la sede propria, alla quale l’azienda si rimette, ad accertare se vi siano state omissioni o meno e rispetto a quali delle richieste inoltrate”.

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