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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Archeologia e ricerca di residui bellici: così Tap vara il suo cantiere

A Bari la conferenza con il country manager Elia e il project manager per l'Italia Ottaway. A ridosso della scadenza dell'autorizzazione ministeriale, la multinazionale è sicura di "aver fatto i compiti"

BARI – Per il nuovo country manager di Tap, Michele Mario Elia, si tratta di un avvio sostanziale dei lavori e non di un annuncio spot come sostiene il sindaco di Melendugno, Marco Potì, che ha atteso all’esterno del Grand Hotel delle Nazioni, a Bari, la fine della conferenza stampa organizzata per comunicare l’apertura del cantiere, prevista per il 13 maggio.

“Fino ad oggi sono state date diverse informazioni sul progetto – ha dichiarato Elia per quello che per lui è stato una sorta di debutto pubblico nelle vesti di country manager -, adesso vogliamo eliminare qualsiasi dubbio o preoccupazione del territorio interessato in modo che tutti possano essere non dico convinti, ma partecipi”.

Il primo punto affrontato è stato quello dell’approvvigionamento energetico e della strategicità dell’opera nel contesto internazionale, argomento già noto all’opinione pubblica salentina che ha seguito la vicenda.  Tra pochi giorni, ha anticipato il country manager, ci sarà a Salonicco un evento con uno sorta di posa della prima pietra del progetto nella sua interessa: il gasdotto Tap interessa Grecia, Albania e Italia.20160506_130745-2

Il punto contestato è quello dell’ottemperanza delle prescrizioni inserite nelle autorizzazioni ministeriali. Elia ha mostrato sicurezza: “Non c’è nessun atto che impedisca l’avvio dei lavori. Anche per la prescrizione a 44 (ulivi) abbiamo un’autorizzazione parziale. Tutti gli aspetti sociali e ambientali sono stati curati”.  

Elia ha sottolineato che, per quanto riguarda l’acquisizione del terreni interessati negli 8 chilometri su terra salentina, nell’89 per cento dei casi si è raggiunto un accordo bonario con i proprietari, mentre nell’11 per cento si è proceduto a occupazioni temporanea o ad asservimento coattivo: “Non ci sono stati espropri – ha rimarcato -. Apriremo a Melendugno un ufficio tecnico e un info-point”.

Ron Ottaway, project manager per l’Italia, ha illustrato l’opera nel suo complesso per poi descrivere più nel dettaglio le fasi di costruzione nel tratto italiano. Grande attenzione, ha assicurato, è riservata al tema della sicurezza per la quale ci si attiene agli standard più elevati finalizzati all’obiettivo “incidenti zero”.

Tap intende dunque partire il 13 maggio con indagini archeologiche (il potenziale è considerato medio-basso) e rimozioni di eventuali ordigni bellici – in questo modo Tap è convinta di assolvere alle indicazioni dell’autorizzazione unica ministeriale - per poi passare alla rimozione temporanea degli ulivi e quindi alla costruzione del microtunnel (dalla fine del 2016), del terminale di ricezione (dalla fine del 2016), alla posa della condotta a terra condotta sottomarina (dal 2017) fino all’entrata in esercizio (2020). 

Investimenti per le aziende e il territorio

Poi la parola è tornata a Elia che, per sottolineare l’impatto economico e sociale dell’opera, ha riepilogato gli appalti già assegnati ad aziende italiane per un valore complessivo di circa 400 milioni di euro. Diversi i progetti in allestimento inquadrabili nel cosiddetto quadro delle compensazioni: un’iniziativa di pulizia dai rifiuti portati dal mare per 30 chilometri di spiaggia, dalle marine leccesi a San Foca, con un impegno di 800 mila euro per 4 anni;

Nei mesi estivi verrà lanciato un bando pubblico per il finanziamento di 8 progetti da 25mila euro ciascuno destinato alle associazioni del territorio. Infine il “piatto forte”: 18 milioni di euro in 25 anni da gettito Imu, Tares, Tasi: Tap si candida così a essere il primo contribuente del Comune di Melendugno.

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