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Cronaca Porto Cesareo

Presunta tentata estorsione all'azienda agricola, ai domiciliari i due arrestati

Hanno lasciato il carcere Leonardo Fasiello, 42enne di Avetrana, e di Gabriele Salvatore Ingusci, 35enne residente a Boncore, la frazione di Nardò, arrestati dai carabinieri della compagnia di Campi Salentina, con l’accusa di tentata estorsione. Il tribunale del Riesame ha accolto l’istanza dei due indagati

LECCE – Hanno lasciato il carcere Leonardo Fasiello, 42enne di Avetrana, e di Gabriele Salvatore Ingusci, 35enne residente a Boncore, la frazione di Nardò, arrestati dai carabinieri della compagnia di Campi Salentina, con l’accusa di tentata estorsione. Il tribunale del Riesame ha accolto l’istanza dei due indagati (Ingusci è assistito dall’avvocato Francesco Spagnolo), e ha attenuato la misura cautelare, disponendo per i due i domiciliari.

Secondo l’accusa la presunta tentata estorsione, perpetrata con la rinomata tecnica del “cavallo di ritorno”, si riferirebbe alla richiesta di pagamento di una somma alle vittime, per poter riavere la merce rubata. Tutto è cominciato, nei pressi dell’azienda agricola “Sant’Anna”, nelle campagne tra Nardò e Porto Cesareo, gestita da tre fratelli. Nella notte del 29 gennaio scorso, dall’area recintata sono scomparsi un trattore gommato, e altri mezzi e attrezzature, per un valore complessivo di circa 15mila euro. Arrestati e vittime, tutti impiegati nel settore della pastorizia, si conoscevano appena per l’utilizzo di terreni confinanti.

Un paio di mesi dopo la richiesta di denaro da parte dei due coinvolti nell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero. Duemila euro in tutto, questa la somma, ridicola rispetto al valore effettivo, che sarebbe stata pretesa dai due. Richiesta su cui non v sarebeb stata alcuna conferma dalle presunte vittime.

Nell’inchiesta compare anche il nome di Giuseppe Landolfo, 30enne consigliere di minoranza presso il Comune di Veglie, dove risiede, indagato in stato di libertà con l’accusa di favoreggiamento personale che, sempre secondo l’accusa, sarebbe intervenuto per sollecitare il pagamento. Landolfo ha respinto in maniera netta ogni sospetto sul suo conto.

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