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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Presunti abusi in canonica: il processo nel vivo, spuntano alcune registrazioni

Si è presentato dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, don Quintino De Lorenzis, 37enne originario di Casarano, ex parroco della parrocchia di San Gerardo Majella di Nardò. L'imputato è stato accusato di violenza sessuale nei confronti di un ragazzo marocchino di 29 anni

LECCE – Entra nel vivo il processo che vede come imputato don Quintino De Lorenzis, 37enne originario di Casarano, ex parroco della parrocchia di San Gerardo Majella di Nardò, accusato di violenza sessuale nei confronti di un ragazzo marocchino di 29 anni. Oggi dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce sono comparsi i primi testi, tra cui la compagna della presunta vittima, che ha raccontato la drammatica confessione ricevuta dal 29enne.

La deposizione più importante è stata quella del consulente nominato dal ragazzo di origini marocchine, che si è costituito parte civile con l’avvocato Salvatore Centonze. L’ingegnere Luigina Quarta ha evidenziato, attraverso la ricostruzione delle celle agganciate dal cellulare del 29enne, che la presunta vittima si trovava all’interno della parrocchia la sera del 15 ottobre 2010, giorno in cui sarebbe avvenuta la violenza. Proprio l’esame del cellulare ha portato al vero colpo di scena del processo. Il consulente, infatti, ha recuperato dalla memory card del cellulare del ragazzo marocchino alcune registrazioni audio. Un difetto nella chiusura del flip avrebbe attivato involontariamente il registratore (in molte occasioni, non solo quelle oggetto del dibattimento).

Dai file audio emergerebbero alcune conversazioni tra il parroco e il 29enne. Dialoghi in cui il sacerdote inviterebbe la presunta vittima a raggiungerlo in canonica a tarda sera, oltre a espliciti domande e riferimenti alle abitudini sessuali del ragazzo e ai rapporti con la compagna. Dialoghi che, qualora confermati, aggraverebbero in maniera evidente la posizione dell’imputato.

Sulla consulenza dell’ingegnere Quarta si prepara a dare battaglia la difesa del sacerdote, assistito dall’avvocato Giuseppe Bonsegna. Il penalista neretino contesta la ricostruzione delle celle, sostenendo che il suo assistito si trovava fuori Nardò quella sera di ottobre. Sui file audio, di cui ignorava l’esistenza, sarà con ogni probabilità un consulente a stabilire l’attendibilità.

La presunta vittima ha denunciato di aver subito gli abusi nella sacrestia. Lì dove si sarebbe recato per chiedere aiuto, vista la situazione di grave indigenza nella quale si trovava, una volta arrivato, da clandestino, nel Salento. E proprio quel parroco nel quale avrebbe visto il suo aiuto, si sarebbe invece trasformato nel suo aguzzino.

E' questo che il ragazzo di nazionalità marocchina ha riferito agli inquirenti, quando ha denunciato gli abusi sessuali ai suoi danni da parte del parroco 35enne. I fatti contestati sarebbero avvenuti lo scorso 15 ottobre. In particolare il ragazzo di origini marocchine sarebbe stato avvicinato dal sacerdote mentre era intento a vestirsi e avrebbe subito diversi e sempre più vigorosi tentativi di approccio sessuale.

Nella denuncia la presunta vittima avrebbe fatto riferimento a fatti e luoghi ben circostanziati: il sacerdote gli avrebbe toccato in più occasioni i genitali. Una condotta che avrebbe determinato “a carico della vittima l’insorgere di una patologia psichica consistente in un profondo stato d’insicurezza, difficoltà nella vita di relazione e sessuale, ansia e depressione, tanto da far ricorso a terapie farmacologiche”. Il parroco, che è stato sospeso dalla Curia e rimosso dal suo incarico, è stato rinviato a giudizio al termine dell'udienza preliminare che si è tenuta a gennaio dinanzi al gup del Tribunale di Lecce Nicola Lariccia. Per la prima volta la diocesi di Nardò-Gallipoli, attraverso il suo massimo rappresentante, il vescovo Domenico Caliandro, è entrata nel processo come responsabile civile.

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