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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Santa Cesarea Terme

Presunti abusi nella baia di Porto Miggiano, in otto finiscono a processo

Sono otto le persone rinviate a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi edilizi nella baia di Porto Miggiano. E' quanto deciso dal gup Carlo Cazzella al termine di una lunga udienza preliminare (iniziata in tarda mattinata). Due le posizioni stralciate per difetto di notifica

LECCE – Sono otto le persone rinviate a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi nella baia di Porto Miggiano. E’ quanto deciso dal gup Carlo Cazzella al termine di una lunga udienza preliminare (iniziata in tarda mattinata). Due le posizioni stralciate per difetto di notifica (tra cui quella di Maria Grazia Doriana, amministratore unico della "Cem" di Napoli, società che ha eseguito i lavori).

A giudizio, con le accuse a vario titolo di abusivismo edilizio in zona sottoposta a vincolo e distruzione e deturpamento di bellezze naturali, sono finiti il geometra Salvatore Bleve, in qualità di dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Santa Cesarea Terme e di Responsabile unico del procedimento; Daniele Serio, di Surbo, direttore dei lavori; l’architetto Francesca Pisano; l'ex sindaco Daniele Cretì; Luigi Stanca; Giovanni Bosco; Mario Rotolo e Antonio De Fazio.

La baia fu sequestrata nel mese di marzo del 2013. L’attività investigativa è stata finalizzata all’accertamento delle cause del danneggiamento della scogliera, e se sia imputabile all’erosione provocata dalle onde e dalle infiltrazioni umide in una roccia già delicata, o sia stato provocato dagli interventi di cementificazione dell’area e se quei lavori sul costone possano essere considerati in regola con la normativa vigente. 

Gli uomini del corpo forestale dello Stato hanno apposto i sigilli sia all’area a strapiombo sul mare (dove sono in corso alcuni interventi di consolidamento geotecnico), sia alla parte superiore, interessata da lavori di urbanizzazione. La misura è stata disposta ai fini probatori, per accertare la conformità dei lavori della falesia, finanziati con fondi Cipe per un importo di circa tre milioni di euro.

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