rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
L’arresto ieri a Lecce / Uggiano La Chiesa

L’imprenditore edile diventato killer: l’incredulità della comunità d’origine

A Uggiano La Chiesa si fatica a pensare a Oronzo Pede, 73enne del posto, come la persona accusata dell’omicidio del barista cinese a Milano. Forse problemi economici alla base dell’azione criminosa

UGGIANO LA CHIESA - “Una persona tranquilla”, “cordiale”, un “lavoratore”: sono le parole più diffuse che ricorrono nei luoghi delle origini sul conto di Oronzo Pede, 73enne di Casamassella, frazione di Uggiano La Chiesa, ritenuto l'autore dell’omicidio di Wang Ruiming, il 35enne barista ucciso a Milano, nel quartiere del Corvetto, circa tre mesi addietro.

La notizia dell’arresto dell’uomo è stata accolta con sgomento e incredulità nella cittadina salentina, a pochi chilometri da Otranto, perché nessun elemento poteva far pensare che un uomo, conosciuto e stimato, potesse vestire i panni di un killer spietato. Proprio in nome di quell’attributo che fa la differenza e che sembra sufficientemente rassicurante: “normale”.

Cosa abbia spinto l’ex imprenditore nel settore edile, pensionato, a trasformarsi nel presunto omicida di un barista spetterà agli investigatori scoprirlo. Intanto, ieri, è arrivato il suo arresto, a Lecce, dove era ritornato da poco per farsi curare una ferita al cranio: e, infatti, i poliziotti lo hanno fermato in ospedale, al "Vito Fazzi", dove si trovava per un intervento alla testa. Proprio quella ferita potrebbe essere uno degli elementi chiave per incastrare il 73enne.

L’omicidio, le indagini e l’arresto

Procediamo con ordine. Pede, com’è noto, è finito in manette su disposizione della Procura milanese, che lo ritiene fortemente indiziato di essere l’uomo che, arrivato a bordo di una Fiat Punto, in piazza Angilberto, il 19 dicembre scorso, coprendosi il volto con una mascherina chirurgica, sarebbe entrato nel bar, aprendo più volte il fuoco contro il titolare di nazionalità cinese, noto a tutti come “Paolo”, uccidendolo. Ad “incastrare” il 73enne ci sarebbero indagini approfondite partite dalla visione di numerosi filmati e dalle testimonianze raccolte.

L’analisi delle vetture con quelle specifiche caratteristiche è un primo elemento che porta all’uomo di origini salentine, da tempo residente a Casarile. Il secondo riscontro è quella relativo all’esame balistico sull’arma utilizzata per l’efferato omicidio: si tratta di una pistola Tanfoglio, che Pede detiene regolarmente, dopo essere diventato socio di tiro a segno nazionale a Pavia, dove nel febbraio del 2019 ottiene l’idoneità al maneggio delle armi.

Ma l’episodio che fa accendere su di lui l’attenzione degli investigatori arriva 24 ore dopo l’omicidio, quando l’ex imprenditore torna ad usare quell’arma: il 20 dicembre 2022, viene soccorso in casa dopo i sanitari lo trovano ferito gravemente alla testa e lo conducono alla clinica Humanitas, per un delicato intervento al cranio. S’ipotizza che possa aver tentato di togliersi la vita. La pistola, nell’occasione, viene sequestrata e dai rilievi emerge sia la stessa che ha aperto il fuoco e ammazzato il barista.

Nei giorni scorsi, dunque, arriva l’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di omicidio volontario aggravato nei confronti dell’uomo, ormai in trappola, ma lui non è più reperibile in zona: è tornato nel Salento, proprio per sottoporsi a un secondo intervento alla testa. Con la collaborazione delle forze dell’ordine del territorio salentino, il cerchio intorno a lui si chiede con l’arresto nelle mura ospedaliere.

L’ipotesi economica alla base del crimine

Cosa ci sia dietro all’azione criminosa e alla sua possibile responsabilità è ora materia delle indagini: il sospetto è che l’uomo fosse caduto in disgrazia e che avesse accumulato dei debiti. La sua ditta edile era fallita da tempo e successivamente aveva anche venduto per 200mila euro la propria abitazione: forse aveva tentato un nuovo investimento per far fronte alle difficoltà, andato male. E tra i “creditori” a cui avevo potuto chiedere dei soldi forse c’era lo stesso titolare del bar, poi ucciso.

La reazione nella comunità d’origine  

Ad Uggiano, come già precisato, sono tutti senza parole. Si fa fatica a pensare che un proprio concittadino, anche se da anni trasferitosi al Nord, possa essere coinvolto in una vicenda così inquietante.

Pede rientrava nel Salento solo in alcuni periodi dell’anno, generalmente in estate: ha una sorella, dei nipoti, tanti amici, che veniva a trovare non appena possibile. Tutti ricordano la sua attività da imprenditore, ma di come andasse la sua ditta fuori dal territorio salentino nessuno era a conoscenza.

C’è chi ricorda di averlo incontrato in giro, nel periodo delle feste, al bar, e di aver trovato sempre una persona cordiale, ironica e affabile. Per questo, nessuno sa darsi una spiegazione di quanto accaduto. Restano amarezza e confusione dinanzi alle cronache e all’attenzione mediatica piombata sula comunità.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L’imprenditore edile diventato killer: l’incredulità della comunità d’origine

LeccePrima è in caricamento