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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Calimera

Preti in polemica sulle sorti del campetto parrocchiale

Polemica tra il parroco e un sacerdote del luogo per l'ipotesi di cedere il campo parrocchiale per saldare i debiti contratti per la realizzazione della nuova parrocchia

A Calimera, i sacerdoti si dividono dinanzi ai costi della nuova chiesa. È questo l'inatteso scenario che da qualche giorno sta animando il dibattito cittadino. Da tempo la comunità di Calimera attende una nuova chiesa, che sopperisca ai limiti della struttura antica. Eppure l'opera "condivisa" torna a dividere sul più bello, perché i costi della struttura starebbero lievitando rispetto al progetto iniziale. A sollevare la polemica è don Giuseppe Guido, sacerdote originario di Calimera, che ha contestato al parroco, don Luigi Toma, le eccessive spese per la costruzione della nuova parrocchia, soprattutto dopo che la ditta appaltatrice, la "Marullo Costruzioni", avrebbe proposto di saldarle attraverso l'acquisizione del campetto di calcetto parrocchiale. Per don Giuseppe Guido, di quest'operazione "Neanche a parlarne". E così il sacerdote ha preso carta e penna e ha scritto al suo parroco e confratello, e dopo di lui, al vescovo di Otranto, mons. Donato Negro, all'altro sacerdote concittadino, don Gino Palma, ai membri del Consiglio per gli affari economici della Parrocchia, al sindaco e ai consiglieri comunali e all'impresa Marullo. La nuova Chiesa, decisamente più grande della vecchia, è dotata di un alto campanile di circa 25 metri, di una casa canonica, un auditorium e ben undici aule per l'esigenze di catechesi: nel progetto originale doveva costare circa due milioni di euro.

Ma successivamente si sono aggiunti altri 700mila euro non programmati che ora la Parrocchia potrebbe pagare offrendo il Campo Sportivo Pio XII, sede da oltre cinquant'anni di allenamento delle società calcistiche calimeresi, alla ditta appaltatrice. La situazione è precipitata dopo tre riunioni, convocate in merito alla vicenda e conclusesi con le dimissioni di ben quattro componenti del Consiglio parrocchiale. Ora anche don Giuseppe Guido esprime il suo dissenso a chiare lettere, ricordando il valore simbolico dell'impianto sportivo ed accusando senza mezzi termini: "Il Pio XII è un bene prezioso, destinato oggi alla speculazione edilizia!". Don Giuseppe continua affermando: "Il perito non ha valutato correttamente il valore del campo. Se consideriamo, infatti, l'accorpamento quasi certo di altri suoli già edificatori e il valore che sarà conferito al complesso da una inevitabile variazione del programma di fabbricazione da parte dell'amministrazione comunale, dobbiamo concludere che i Marullo avranno per 700mila euro una zona sulla quale edificheranno un altro paese".

"Nelle riunioni, inoltre - incalza il sacerdote- si è addossata la responsabilità dello sforamento dei conti al direttore dei lavori. Perché allora, non è stato sospeso dall'incarico e chiamato a risarcire il danno dei 700mila euro di debito? E poi, è mai possibile che lui prenda iniziative da solo senza che la Parrocchia e la Diocesi di Otranto gli abbiano dato il nulla osta? E' mai possibile che un'impresa come la Marullo abbia eseguito lavori di quell'importo senza sapere se ci fosse la copertura finanziaria? La tattica delle imprese di realizzare a spese proprie prima della pianificazione e del finanziamento le opere o parte di esse, per assicurarsi poi gli appalti delle stesse è vecchia quanto il mondo" Don Giuseppe chiede infine al parroco di permettere la pubblica visione degli atti e dei documenti, insieme ad una copia della contabilità relativa allo sforamento dei 700mila euro". E propone: "Se dovesse risultare un credito nei confronti dei Marullo, apriamo un mutuo al quale farà fronte, non don Gigi, ma la parrocchia di San Brizio".

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