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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Processato per un'estorsione mai commessa e assolto dopo cinque anni

Non ci fu alcun tentativo di estorsione, alcun illecito e nessuna pressione nell'ambito della gara d'appalto per la stagione sinfonica e lirica del 2010 nel teatro Politeama Greco di Lecce. Si è chiuso con un'assoluzione piena, per non aver commesso il fatto, il processo a carico di Piero Morelli. La sentenza è stata messa dal giudice Marcello Rizzo

LECCE – Non ci fu alcun tentativo di estorsione, alcun illecito e nessuna pressione nell'ambito della gara d'appalto per la stagione sinfonica e lirica del 2010 nel teatro Politeama Greco di Lecce. Si è chiuso con un’assoluzione piena, per non aver commesso il fatto, il processo a carico di Piero Morelli. La sentenza è stata messa dal giudice Marcello Rizzo, che ha accolto in pieno la tesi dei legali dell’uomo, gli avvocati Vincenzo Magi e Mario Fazzini. I due penalisti hanno dimostrato l’assoluta estraneità del loro assistito ai fatti contestati, in un processo palesemente indiziario e fondato prevalentemente su illazioni, in cui la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a 3 anni e sei mesi (più duemila euro di multa).  

Piero Morelli e Antonio Ferreri (già assolto nel giudizio con rito abbreviato), erano dipendenti della cooperativa “Bell'opera”, cui era affidata la gestione della macchina teatrale. I due erano accusati di aver costretto un loro concorrente, che si era aggiudicato l’appalto, a rinunciare, lasciando campo libero alla loro cooperativa. Accuse che si sono poi rivelate infondate. La stessa presunta vittima ha sempre negato di aver mai ricevuto minacce o pressioni. L’inchiesta era parte di una maxi indagine della Procura su molti dei lavoratori che gravitavano nell’ambito del Politeama e che si è conclusa con un nulla di fatto.

Si chiude così per Morelli una lunga e triste vicenda durata ben cinque anni. Dopo una vita trascorsa nel teatro, ha perso il lavoro ed è stato escluso dalla stagione lirica, rinunciando al laboratorio di scenografia che aveva portato in giro per l’Italia. Oggi, abbandonato il lavoro che da generazioni ha contraddistinto la sua famiglia, è un operatore ecologico. In lui, però, è rimasto un profondo senso di ingiustizia.

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