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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Galatina

Processo al “clan Coluccia”: invocate condanne per 148 anni di reclusione

E’ iniziato questa mattina il giudizio abbreviato nato dall’inchiesta “Insidia”. Le pene più alte sono state richieste per i due fratelli ritenuti al vertice del sodalizio

GALATINA - Si è aperto questa mattina con le richieste di condanna per complessivi 148 anni di reclusione il processo col rito abbreviato nei riguardi di 16 persone coinvolte nell’inchiesta denominata “Insidia” che avrebbe attestato la rinascita del clan Coluccia.  

Per i due fratelli di Noha accusati di aver ripreso le redini dello storico sodalizio della Scu, Michele Coluccia, di 63 anni, e Antonio, di 65, la pubblico ministero Carmen Ruggiero (che coordinò le indagini con i carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo di Lecce) ha invocato le pene più alte: 18 anni per il primo, 16 per il secondo.

Quanto agli altri: 10 anni ciascuno per Pasquale Anthoni Coluccia, 50enne di Noha, e Renato Puce, 44enne di Corigliano d’Otranto; 14 anni e 7 mesi per Antonio Bianco detto “Stella” o “Biondo”, 49enne di Aradeo ma domiciliato a Neviano; per 8 anni per Vitangelo Campeggio conosciuto come “Diego”, 49enne residente a Lecce; 6 anni per  Gerardo Dino Coluccia, 49enne di Noha; 11 anni e 4 mesi, a testa, per Silvio Coluccia, 51enne di Aradeo, Ali Farhangi, 60enne di origini iraniane e residente a Giorgilorio di Surbo, Marco Calò, detto “Uzzaru”, 47enne di Aradeo, e Nicola Giangreco, 53enne di Aradeo; 12 anni per Luigi Di Gesù, detto “Pica”, 51enne di Cutrofiano; 5 anni e 4 mesi per Sergio Taurino, 56enne di Lecce; 1 anno a testa per Emanuele Apollonio, 25 anni, di Aradeo, Stefano Marra, 28, di Aradeo, e Gabriele Serra, 25, di Aradeo.

Durante l’udienza, Di Gesù, che attraverso l’avvocato difensore Pantaleo Cannoletta, aveva chiesto di essere interrogato, ha negato le accuse.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, oltre allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni e usura, l’organizzazione, sotto la regia di Antonio Coluccia, avrebbe svolto anche attività apparentemente legali legate alla fornitura di energia elettrica e del gas nel mercato libero, alla stipula di polizze assicurative e al settore delle scuola-guida e delle aste giudiziarie.

Dinanzi al giudice Marcello Rizzo, si ritornerà il 20 gennaio per le discussioni della difesa composta dagli avvocati: Rita Ciccarese; Francesco Vergine; Luigi Greco; Ladislao Massari; Fabio Mariano; Pantaleo Cannoletta; Giovanni Apollonio; Angelo Vetrugno; Andrea Starace; Selene Mariano; Giuseppe Corleto; Michelangelo Gorgoni; Giancarlo Dei Lazzaretti; Alexia Pinto; Luigi Piccinni; Luigi Greco; Antonio Savoia; Gabriele Valentini e Raffaele Benfatto.

Solo per altre due persone coinvolte nell’operazione sfociata il 7 febbraio del 2022 in 15 arresti, il processo si discuterà col rito ordinario dinanzi ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Lecce. Si tratta dell’avvocato Antonio Megha, 61 anni, già sindaco del Comune di Neviano, accusato di scambio elettorale politico-mafioso, perché avrebbe acquistato una cinquantina di voti dal sodalizio e Cosimo Tarantini, 55enne di Neviano.

In aula come parte civile c’è il Comune di Neviano con l'avvocato Luigi Covella.

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