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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il processo

Morte nella “Scarlino”: chiesti dodici anni per l’amministratore unico del salumificio

Nel processo, che cerca di chiarire le responsabilità per la morte dell’operaio di Taurisano, Mario Orlando, avvenuta nell’agosto del 2013, arriva la dura richiesta del pubblico ministero nei confronti dell’imprenditore

LECCE/TAURISANO – Dodici anni per Attilio Scarlino, 60enne amministratore unico dell’omonimo salumificio, e otto anni al fratello, Antonio, 61enne delegato alla sicurezza interna: sono queste le dure richieste presentate dal pubblico ministero nei confronti dei due principali imputati nel processo che prova a chiarire le responsabilità sulla morte dell’operario, Mario Orlando di Taurisano, avvenuta il 30 agosto del 2013 all’interno dell’azienda.

Sono otto in tutto le persone a processo per cui vengono contestate imputazioni a vario titolo e in base ai ruoli nella vicenda: si va dal reato di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, a quello di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, fino alle false informazioni al pubblico ministero e al favoreggiamento.

Gli altri imputati per cui il pm sta formulando le proprie richieste (qui, l'articolo completo) sono Luigi De Paola, 52enne di Ruffano, capo reparto produzione; Daniele Carangelo, 44enne di Taurisano, operaio; Roberto Vocino, 53enne e Fred Sprenger, 59enne, residenti in Germania e tecnici dell’impresa produttrice Inotech; infine gli operai manutentori Antonio Scarlino, 69enne (omonimo del responsabile della sicurezza) e Massimo Rizzello, 40enne, entrambi di Taurisano.  

Dolorosa la vicenda alla base del procedimento in corso: l’uomo, che all’epoca dei fatti aveva 53 anni, fu stritolato da una macchina impastatrice. E questo proprio perché sarebbero mancati all’Inotec Im 3000, un macchinario di fabbricazione tedesca e di nuova generazione, quei sistemi di sicurezza pur esistenti all’origine e poi rimossi.

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