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Cronaca Tricase

Processo per la morte di Lisa Picozzi, due anni la richiesta dell'accusa per gli imputati

E' stato il giorno delle richieste di condanna nel processo per la morte di Lisa Picozzi, l'ingegnere milanese di 31 anni, deceduta tragicamente il 29 settembre del 2010. La donna precipitò dal solaio di un capannone industriale di proprietà dell'ex Selcom, società del gruppo Adelchi a Tricase

LECCE – E’ stato il giorno delle richieste di condanna nel processo per la morte di Lisa Picozzi, l’ingegnere milanese di 31 anni, deceduta tragicamente il 29 settembre del 2010. La donna precipitò dal solaio di un capannone industriale di proprietà dell’ex Selcom, società del gruppo Adelchi, situato nella zona industriale di Tricase, sulla via provinciale per Montesano Salentino.

Il pubblico ministero Paola Guglielmi ha invocato, dinanzi al giudice monocratico di Lecce, Roberto Tanisi, la pena di due anni per l'ingegnere Davide Scarantino, amministratore delegato della Sun System, l'azienda milanese specializzata nella realizzazione di impianti fotovoltaici per cui Lisa Picozzi lavorava; Adelchi Sergio (nella foto in basso), patron dell’omonimo gruppo di Tricase che opera nel settore calzaturiero, e Luca Sergio, 42 anni (figlio di Adelchi), legale rappresentante della Selcom.

Un processo scaturito anche dal lavoro svolto dall’avvocato Massimo Bellini, legale della famiglia della vittima (che si è costituita parte civile), che aveva presentato in Procura una denuncia nei confronti dell’imprenditore salentino. Denuncia che aveva portato all’imputazione coatta per Adelchi Sergio, per cui inizialmente la Procura aveva chiesto l’accusa.

adelchi sergio-3Il pubblico ministero ha spiegato, nella su requisitoria, che nel corso dell’istruttoria dibattimentale sono emerse le responsabilità degli imputati. L’avvocato Bellini ha ricostruito nella sua lunga e precisa esposizione, gli ultimi quattro anni della vicenda giudiziaria, evidenziando come il sopralluogo fosse negli accordi preliminari. La vittima avrebbe trovato al suo arrivo le scale già posizionate per raggiungere la sommità degli edifici industriali.

Lisa Picozzi era giunta nel Salento per svolgere dei sopralluoghi sui tetti di alcuni capannoni, in rappresentanza della ditta lombarda. Dopo essere salita sul solaio per mezzo di una scala, mentre stava effettuando alcuni rilievi, all’improvviso precipitò al suolo da un'altezza di sette metri. Il rivestimento in eternit presente sul solaio aveva coperto anche il lucernario in plexiglass (capace di reggere un peso di soli 20 chilogrammi per metro quadro), trasformandolo, come ha scritto il gup, “in un'insidia e una trappola”.

Circostanza, questa, evidenziata sia nell'informativa dei carabinieri di Tricase, sia nella relazione dei tecnici dello Spesal. Gli agenti del Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro hanno rilevato le responsabilità della Sun System, che avrebbe dovuto svolgere, a loro dire, rilievi e accertamenti fotografici e stabilire in anticipo la pericolosità del solaio del capannone, di cui era comunque responsabile anche la proprietà.

Al di là delle inchieste giudiziarie e dei tempi della giustizia, c’è chi, come la mamma della 31enne scomparsa (presente oggi in aula), in questi lunghi anni non ha mai dimenticato quella dolce ragazza dagli occhi azzurri, che divideva la sua giovane vita tra il lavoro e la passione per lo sport. Lisa Picozzi era capitano del Cs Alba, formazione pallavolistica di Albese con Cassano che disputa il campionato di B2 femminile. Anche oggi le foto dei suoi splendidi occhi turchesi sembravano riempire di una luce intensa e penetrante la fredda aula del tribunale. Occhi impossibili da dimenticare.

Un dolore e una perdita difficili anche solo da immaginare, che la signora Picozzi ha affidato alle pagine virtuali di facebook, creando un gruppo dal titolo: “Per il ricordo di una “piccola” grande palleggiatrice: Lisa Picozzi”. Nelle sue parole c’è tutto il dolore di una mamma ferita, che ha visto portarsi via la propria figlia: “Amore mio, domenica andiamo a Lecce per l'udienza. E' un giorno importante, perché ci sarà il dibattimento e il giudice emetterà la sentenza di primo grado. I miei pensieri sono in grande fermento e il cuore fa sentire la sua voce dolente”.

La sentenza è però slittata al prossimo 17 novembre per le arringhe difensive.

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